A fronte di una riduzione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, nel 2015 si è registrata una crescita del ricorso alle rinnovabili termiche, in particolare legna da ardere e pellet per il riscaldamento, che confermano, come già accaduto nel 2014, il raggiungimento in anticipo degli obiettivi al 2020 in termini di incidenza delle rinnovabili sui consumi finali lordi di energia (17 per cento).
E' quanto emerge dalla Relazione sulla situazione energetica nazionale 2015, pubblicata oggi dal Ministero dello Sviluppo economico.
Il documento, di natura consuntiva, illustra in maniera sintetica l’andamento del settore energetico nell’anno precedente a quello di presentazione.
Nel 2015, il consolidarsi dell’offerta di greggio e gas ha esercitato un’ulteriore pressione al ribasso sui prezzi; a tale riduzione è seguita una ripresa dei consumi nei paesi OCSE, in particolare in Europa. È proseguita la diffusione delle fonti rinnovabili con un contributo rilevante delle economie emergenti, in particolare della Cina. Per la prima volta dopo 10 anni si è ridotto il commercio mondiale di carbone.
In Italia, pur permanendo una significativa dipendenza dalle fonti estere, è continuata la transizione, in corso da alcuni anni, verso un sistema energetico più efficiente, autonomo e a minor intensità di carbonio.
DOMANDA DI ENERGIA PRIMARIA. Nel 2015, dopo un trend negativo di 4 anni, è aumentata la domanda di energia primaria, sostenuta dalla più favorevole congiuntura economica, che rimane tuttavia a livelli storicamente bassi. Stante una generalizzata riduzione delle produzioni nazionali sono aumentate le importazioni, specie quelle di idrocarburi, e il grado di dipendenza dall’estero. La minor produzione interna si è estesa anche alle energie rinnovabili: a ciò ha contribuito il ritorno della produzione idroelettrica a valori normali dopo la forte crescita del 2014 legata a uno straordinario livello delle precipitazioni.
CONSUMI FINALI. Anche i consumi finali, che tengono conto delle perdite di trasformazione, sono aumentati per la prima volta dal 2010 con un apporto positivo di tutti i settori, con eccezione dell’industria le cui dinamiche generali sono state influenzate da una ricomposizione verso i settori più efficienti e a minore intensità di energia.
EFFICIENZA ENERGETICA. Proseguono le politiche di sostegno all’efficienza energetica. Alla fine del 2014, l’indice ODEX, che misura i progressi in termini di efficienza energetica, riportava un lieve miglioramento.
DIFFERENZIALE FRA I PREZZI DEI PRODOTTI ENERGETICI IN ITALIA E NELL’UE. Il differenziale fra i prezzi dei prodotti energetici in Italia e nell’Unione europea rimane positivo, seppur in riduzione, sostanzialmente per effetto della diversa pressione fiscale. Data la difficoltà di ridurre gli usi di energia nel breve-medio periodo, la dinamica dei prezzi si può riflettere in una maggiore spesa e quindi in una perdita di competitività per le imprese e in un aggravamento della povertà energetica delle famiglie. L’importanza di quest’ultimo fenomeno richiede di approntare una più accurata misurazione.