Trent'anni fa, nel dicembre del 1991, fu varata la legge 394 che definiva e regolamentava gli enti parco, dando una spinta fondamentale a quello che diverrà il “sistema italiano delle aree naturali protette”. Un sistema la cui missione primaria è la conservazione della natura coniugata, come già indicato nella legge grazie a una visione lungimirante, a processi di sviluppo sostenibile oggi ancora più importanti, alla luce delle sfide del futuro per il nostro Paese e per l’Europa.
Di questo se n'è discusso il 14 dicembre nel secondo incontro “Trent'anni di parchi, futuro d’Italia futuro d’Europa” - IN ALLEGATO - promosso dal ministero della Transizione ecologica, in collaborazione con Federparchi, che si è svolto all’hotel Nazionale in piazza Montecitorio dalle ore 10 alle 13, e che, per esigenze Covid, è stato seguito solo sui canali social del MiTE e di Federparchi.
I parchi naturali sono territori di eccellenze naturalistiche, scrigni di biodiversità e bellezza, habitat preziosi per le specie animali e vegetali, presidi avanzati nel contrasto ai mutamenti climatici e laboratori di sviluppo sostenibile. La pandemia, inoltre, ci ha mostrato il valore aggiunto che il contatto con la natura ha sulla salute fisica e mentale delle persone. In questa prospettiva, le aree naturali protette assumo un ruolo ancora più determinante nel processo di transizione ecologica, ormai strada obbligata per un'economia a misura d’uomo. Un percorso deciso e avviato a livello europeo e definito nella cornice del New Green Deal e del Next Generation UE, declinato in Italia con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che deve vedere i territori protagonisti e soggetti attivi di una prospettiva all’insegna della sostenibilità.
IN ALLEGATO: il programma completo dell’evento.
Franco Metta