In collaborazione con le Università di Pisa e di Roma “La Sapienza”, l'Enea ha realizzato un sistema di accumulo per minibus elettrici basato sulla ricarica rapida.
Il sistema è composto da 24 moduli al litio in grado di fornire una capacità complessiva di 240 Ah, che su una tratta urbana di 4/5 chilometri, ricaricando in 5 minuti, durante la sosta al capolinea, consente al mezzo di rimanere in servizio continuativo.
Il miglioramento dell’efficienza nell’elettromobilità - spiega Antonino Genovese, ricercatore ENEA del Laboratorio 'Sistemi e Tecnologie per la Mobilità e l’Accumulo' - è uno dei filoni dell’accordo di programma e in questo contesto gli studi ENEA si stanno concentrando su sistemi di accumulo e reti per la ricarica con uso di tecnologie wireless, cioè che non richiedono il collegamento diretto via cavo tra veicolo e stazione di ricarica La nuova frontiera della ricerca è l’integrazione di più sorgenti elettriche, quali le rinnovabili o un accumulo stazionario, per ridurre l’impatto sulla rete elettrica di distribuzione e soddisfare l’esigenza di avere infrastrutture di ricarica anche in contesti potenzialmente onerosi e antieconomici.
AD OGGI ESISTONO STAZIONI DI RICARICA IN GRADO DI ESEGUIRE L’OPERAZIONE IN MENO DI 30 MINUTI. L’obiettivo a medio termine indicato a livello europeo è la creazione di una rete di punti di ricarica pubblica nel rapporto di 1 per ogni 10 strutture di ricarica complessive presenti sul territorio. Ad oggi esistono stazioni di ricarica in grado di eseguire l’operazione in meno di 30 minuti ma la scommessa è di giungere ad avere batterie più performanti in grado di consentire un’autonomia maggiore e permettere l’uso del mezzo elettrico anche oltre l’ambito urbano.
L’Italia - aggiunge Genovese - ha già adottato il Piano nazionale infrastrutture di ricarica elettriche per lo sviluppo competitivo della mobilità a zero emissioni ed un primo stanziamento di 4,5 milioni di euro è stato assegnato alle Regioni per realizzare 19 progetti di infrastrutture per la ricarica elettrica, anche per colmare il gap che separa l’Italia dagli altri Paesi dell'Unione.