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Mobilità elettrica, Giorgetti: una delusione il voto della Ue su auto e furgoni a zero emissioni entro il 2035

“L'impostazione europea vuole imporre ritmi e ideologie che impattano negativamente su alcuni paesi come l'Italia, la Germania e la Francia. Dobbiamo pensare a strumenti che possano fare da contraccolpo a questo ennesimo shock che penalizza la nostra industria ed economia”

venerdì 10 giugno 2022 - Redazione Build News

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“Il voto è una delusione e non lo nascondo anche se l'esito era abbastanza scontato. È stata una decisione ideologica e ho sperato fino all'ultimo che prevalesse, in certi deputati di area di centrosinistra, la preoccupazione per le ricadute negative sull'occupazione. Così non è stato, purtroppo, l'inversione di tendenza che avevo auspicato non c'è stata". Così il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, intervistato da il Messaggero, commenta la votazione del Parlamento europeo a sostegno della proposta della Commissione Ue di raggiungere una mobilità stradale a emissioni zero entro il 2035 con l’obiettivo, a livello europeo, di produrre autovetture nuove e i veicoli commerciali leggeri nuovi non inquinanti (LEGGI TUTTO) – cioè stop ai veicoli a benzina e metano sostituiti da veicoli elettrici.

"È mancata la consapevolezza del momento che stiamo vivendo. Di fronte alla sacrosanta e legittima ricerca di un mondo ambientalmente compatibile non sono state prese in considerazione le richieste per percorsi piú lenti che ci consentissero di affrontare meglio questo delicato passaggio verso il green che la guerra in Ucraina sta inasprendo ancora di piú", ha detto Giorgetti.

"La mia posizione storica è per la neutralità tecnologica. Credo che la giusta visione della decarbonizzazione vada calata nella nostra realtà. La transizione ambientale deve tener conto anche delle ricadute sociali ed economiche su tutte le filiere altrimenti il futuro è l'eutanasia della nostra industria. Non si può restare sordi di fronte alle voci di imprenditori e lavoratori e alle loro legittime preoccupazioni. Non facciamole diventare grida di disperazione. L'impostazione europea vuole imporre ritmi e ideologie che impattano negativamente su alcuni paesi come l'Italia, la Germania e la Francia. Dobbiamo pensare a strumenti che possano fare da contraccolpo a questo ennesimo shock che penalizza la nostra industria ed economia", ha aggiunto il ministro.

“Abbiamo strumenti validi per dare una risposta alle conseguenze negative sulla nostra industria dell'automotive. Ci sono le misure del Pnrr, lo sviluppo del mondo delle batterie, l'industria 4.0. Voglio anche sottolineare che come Mise abbiamo sottoposto da tempo le nostre proposte per la riconversione industriale dell'automotive agli altri ministri. Mi riferisco al pacchetto di misure che completano quelle giá varate per gli incentivi per l'acquisto di nuove auto non inquinanti", ha ricordato Giorgetti.

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