Ridurre le emissioni di gas serra del 60% entro il 2050 e promuovere l’efficienza energetica, così come indica il Libro bianco sui Trasporti. In questa direzione si muove il documento presentato ieri a Roma nell’ambito del convegno dal titolo, “Elementi per una Road map sulla mobilità sostenibile”, organizzato in collaborazione tra il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, rappresentato dal Vice Ministro Riccardo Nencini.
Il documento, nato dal lavoro del Tavolo sulla mobilità che ha visto la partecipazione di portatori di interesse del settore della mobilità, associazioni ambientaliste e di consumatori, rappresentanti delle Amministrazioni pubbliche centrali e locali, istituzioni di ricerca, ha analizzato lo stato dell’arte della mobilità e dei suoi sviluppi futuri. Il risultato della consultazione ci consegna un punto di partenza importante per la definizione delle misure da adottare per la de-carbonizzazione dei consumi energetici richiesti dalla mobilità, migliorare la qualità dell’aria soprattutto nei contesti urbani e cogliere le opportunità di sviluppo economico e sociale costituite dalla mobilità sostenibile.
Tra le iniziative da intraprendere per la diffusione di una mobilità dolce e rispettosa dell’ambiente, un profondo rinnovamento del parco bus italiano ormai obsoleto, con più di 8.000 autobus euro 0 o 1 nelle grandi città, e quindi altamente inquinanti. In proposito, sono stati stanziati per i prossimi 18 anni quattro miliardi e 300 milioni, che con il cofinanziamento delle aziende di trasporto pubblico possono arrivare a oltre 7 miliardi.
Per questo il viceministro Nencini si dice fiducioso. “I dati ci dicono che poco più del 75% della mobilità delle persone è assicurata dalle automobili, mentre motocicli e ciclomotori contribuiscono per circa il 4,6%”, rimarca il viceministro. E aggiunge: “Il Governo sta lavorando da tempo su più fronti per incentivare l’uso di veicoli a basso impatto ambientale. Ma non basta. Accanto agli investimenti, sarebbe necessario sperimentare nuovi modelli di organizzazione delle città volte a promuovere civismo e cultura nonché al miglioramento della qualità della vita urbana nel quotidiano”.
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