Confedertecnica (Confederazione sindacale delle professioni tecniche) si unisce agli Edili che manifestano oggi nella mobilitazione nazionale proclamata dai sindacati delle costruzioni FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil.
“E’ ora che il Governo, dopo tanti proclami, agisca concretamente per porre un rimedio al continuo declino del comparto delle costruzioni – dichiara il Presidente di Confedertecnica, Calogero Lo Castro – a partire da un serio piano nazionale di investimento sul sistema infrastrutturale del Paese, che necessita ovunque di urgenti manutenzioni, di recupero e di riqualificazione”.
“Ricordiamo ai Sindacati – prosegue Lo Castro – che Confedertecnica prosegue nel suo impegno per costruire misure di welfare per dare tutele continuative ai dipendenti degli Studi professionali tecnici, altro aspetto non marginale della filiera che va dalla progettazione alle costruzioni”.
MANIFESTAZIONI INTERREGIONALI. Oltre 5.500 lavoratori dell'edilizia hanno partecipato alla manifestazione di Bologna, dove solo confluite le delegazioni dalle regioni del Nord, 3mila le presenze a Roma sotto il Ministero dello Sviluppo Economico, con delegazioni dalle regioni del Centro Italia, oltre 4mila i lavoratori del Mezzogiorno che hanno partecipato alle manifestazioni di Bari, spostata al chiuso per la pioggia, e di Palermo e Cagliari.
PENSIONI, LAVORO, SICUREZZA, CONTRATTO LE PAROLE D’ORDINE. Pensioni, lavoro, sicurezza, contratto le parole d’ordine al centro della piattaforma unitaria, che i segretari generali Panzarella, Turri, Genovesi hanno ribadito dai palchi di Bologna Roma e Bari. Pieno appoggio e solidarietà agli edili è arrivata dai segretari generali delle confederazioni: impegnata nei congressi, Annamaria Furlan da twitter ha fatto sapere che “la Cisl sostiene la mobilitazione degli edili nelle città italiane”, mentre Susanna Camusso e Carmelo Barbagallo hanno portato la solidarietà di Cgil e Uil al presidio romano. Al primo posto della mobilitazione è la richiesta al Governo di intervenire per correggere i requisiti per l’accesso all’Ape Agevolata, che per i sindacati penalizzano proprio gli edili, caratterizzati dalla discontinuità lavorativa. Una ingiustizia che genera drammi, come ha ricordato il segretario generale Filca-Cisl Franco Turri dal palco di Roma ”anche nel 2017 continua la strage sui posti di lavoro: ad oggi sono morti 255 lavoratori, di cui 55 nelle costruzioni. Nel nostro settore, inoltre, aumentano le vittime con più di 55 anni: oltre una certa età non è possibile lavorare sulle impalcature, nelle cave, nelle cementerie. La riforma delle pensioni ha permesso il superamento della Legge Fornero, ma non basta: bisogna allargare i criteri dell'Ape Sociale, consentendo ad un numero maggiore di lavoratori edili di andare in pensione prima e senza penalizzazioni. Infine bisogna rafforzare i sistemi ispettivi nei cantieri, e introdurre strumenti come la Patente a punti, in grado di selezionare le imprese virtuose".
E di qualità del lavoro e delle imprese ha parlato il segretario generale FenealUil Vito Panzarella dal palco di Bologna, a pochi giorni dalla ripresa del tavolo negoziale per il rinnovo del contratto nazionale del comparto "chiediamo alle nostre controparti di accettare fino in fondo la sfida della qualità, della valorizzazione dell’occupazione stabile e del riconoscimento delle professionalità. Insieme, attraverso la contrattazione, possiamo contrastare la destrutturazione e la dequalificazione che negli ultimi anni hanno fortemente indebolito il settore delle costruzioni. Occorre arrivare a definire un vero e proprio “contratto di cantiere”, perché alla prolungata violenza della crisi non si può rispondere diminuendo garanzie e tutele ma, al contrario, vanno innovati i diritti e aggiornati gli strumenti."
Sindacati e parti sociali debbono fare la propria parte, ma occorre l’intervento del Governo per affrontare la grande emergenza del paese, il lavoro, come ha ricordato da Bari il segretario generale Fillea- Cgil Alessandro Genovesi “occorre far ripartire gli investimenti pubblici e privati, a cominciare dagli interventi sul sistema infrastrutturale, che è al collasso. Ed insieme la messa in sicurezza del territorio, penso al piano nazionale scuole sicure, al Piano nazionale per le periferie, la riqualificazione dell'edilizia popolare: vogliamo sapere perché i cantieri non partono, ed incalzare, protestare, proporre. Perché ognuno faccia la propria parte, imprese, stazioni appaltanti e pubbliche amministrazioni. Questo, tutti insieme, forti della nostra unità sindacale, chiediamo oggi e continueremo a chiedere.”
Su tutto questo, centinaia di migliaia di lavoratori dell’edilizia insieme agli 800mila che dal 2008 hanno perso il lavoro attendono risposte.