Il nuovo Codice di Prevenzione Incendi deve essere considerato come quadro normativo di riferimento e non più alternativo alle norme di prevenzione incendi prescrittive. Parola di Fabio Dattilo. Per il Capo del corpo nazionale dei vigili del fuoco - intervenuto al seminario sulla materia organizzato a Roma lo scorso 6 giugno dal Cnpi e dalla Fondazione Opificium in sinergia con il Corpo nazionale dei vigili del fuoco - a quattro anni dalla prima revisione del codice, “è indispensabile un cambio di passo, innanzitutto culturale. E in questo senso i periti industriali sono all’avanguardia”.
Le modifiche introdotte da un recente decreto ministeriale (Dm 12/04/2019) alla precedente normativa (Dm 03/08/2015) prevedono, infatti, l’eliminazione del cosiddetto “doppio binario” per la progettazione antincendio delle attività soggette al controllo da parte dei Vigili del Fuoco.
Con il nuovo decreto, poi, viene introdotto l’ampliamento del campo di applicazione (vengono inserite alcune nuove attività dell’allegato I al DPR 151/2011) e l’obbligatorietà dell’utilizzo del Codice per la progettazione delle attività tradizionalmente “non normate”, in sostituzione dei “criteri generali di prevenzione incendi”.
La norma entrerà in vigore il prossimo 21 ottobre, 180 giorni dopo la pubblicazione del decreto in Gazzetta, ponendo fine al periodo transitorio (durato circa quattro anni) di applicazione volontaria del Codice di prevenzione incendi per la sola progettazione delle attività che non erano dotate di specifica regola tecnica.
Siamo quindi davanti a un periodo transitorio per diffondere le norme tra tutti gli stakeholders, dai vigili del fuoco ai professionisti fino al mondo imprenditoriale e industriale. “Lo sforzo” aggiunge Dattilo, “è ora quello di diffondere le nuove norme nella consapevolezza che con il nuovo codice di prevenzione incendi, uguale per tutti i comandi dei vigili del fuoco d’Italia, indirizziamo la prevenzione verso un’uniformità nell’applicazione. Quindi per esempio una pratica presentata a Cagliari sarà la stessa di una presentata a Firenze con vantaggi enormi in termini di sicurezza e di risparmi”. Uno sforzo che i periti industriali stanno già facendo in termini di formazione ed è l’unica strada possibile, perché solo se si conoscono le cose poi non si demonizzano. La prevenzione incendi non può essere ridotta a una mera tabella di confronto, ma ogni argomento deve essere ragionato e calibrato. E per farlo è necessario conoscere le norme ed essere dei bravi tecnici antincendio”.
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