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Mutui e surroghe, +11,6% nei primi 9 mesi del 2016

Crif: segnali positivi anche dall’importo medio richiesto, che sembra aver invertito il trend di contrazioni

lunedì 10 ottobre 2016 - Redazione Build News

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I primi 9 mesi del 2016 confermano il consolidamento, in atto ormai da tre anni, delle richieste di nuovi mutui e surroghe da parte delle famiglie italiane (vere e proprie istruttorie formali presentate agli istituti di credito, non semplici richieste di informazioni o preventivi online), che fanno registrare un positivo +11,6% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno.

Nello specifico, il mese di settembre ha visto un incremento più contenuto, pari a +6,0% rispetto allo stesso mese del 2015 (valore ponderato, a parità di giorni lavorativi) che però si era caratterizzato per una crescita superiore al 50% rispetto all’anno precedente, lasciando così alle spalle l’inattesa flessione rilevata nel bimestre giugno-luglio.

Di seguito è riportato in forma grafica l’andamento delle variazioni mensili relative alle domande di mutui e surroghe raccolte dagli istituti di credito e contribuite in EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF che raccoglie i dati relativi ad oltre 78 milioni di posizioni creditizie.

Il progressivo recupero verso i volumi pre-crisi emerge in modo chiaro anche dal confronto tra il dato relativo ai primi 9 mesi del 2016 e il corrispondente periodo degli anni precedenti seppur permanga ancora un piccolo gap da colmare rispetto al biennio 2009 e 2010.

“I primi nove mesi del 2016 hanno confermato il recupero della domanda del comparto mutui verso i volumi pre-crisi, anche grazie al contributo delle surroghe, sostenuto dai bassi tassi di interesse applicati e dalle condizioni del mercato immobiliare che continuano a mantenersi appetibili. Al contempo, anche l’offerta da parte degli istituti di credito è oggi più fluida, anche grazie alla riduzione degli indicatori di rischiosità del credito alle famiglie, con il tasso di default a 180 giorni che a marzo 2016 è sceso all’ 1,5%, il livello più basso degli ultimi 4 anni - commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF -. Vedremo se anche nell’ultimo trimestre dell’anno continuerà il trend positivo o se, al contrario, si assisterà ad un rallentamento della dinamica in corso. Non si può infatti escludere che si sia arrivati ad una ‘nuova normalità’ del mercato”.

L’IMPORTO MEDIO DEI MUTUI RICHIESTI. Per quanto riguarda l’importo medio richiesto, l’ultima rilevazione del Barometro CRIF registra segnali altrettanto incoraggianti. Nello specifico, nel mese di settembre appena concluso il valore medio richiesto si è attestato a 122.945 Euro, superiore del +2% a quello rilevato nel corrispondente mese dell’anno precedente, quando era risultato pari a 120.525 euro. Più in generale, nei primi 9 mesi dell’anno in corso sembra essersi invertito il trend di costante contrazione che per lungo tempo aveva caratterizzato l’intero comparto: l’importo medio complessivamente richiesto dall’inizio dell’anno è infatti risultato pari a 122.815 Euro, con un seppur lieve incremento rispetto a quello del corrispondente periodo dell’anno precedente.

Solo le rilevazioni dei prossimi mesi ci diranno se si è raggiunto un nuovo punto di equilibrio o se si assisterà all’inizio di una fase di ulteriore discontinuità. Considerando però che nel mese di settembre degli anni a cavallo tra il 2009 e il 2011 l’importo medio richiesto si aggirava stabilmente intorno ai 136.000 Euro, nell’immediato futuro sembra improbabile un ritorno ai valori pre-crisi. Va però messo in evidenza come, rispetto agli anni pre-crisi, oggi sia decisamente maggiore la quota dei mutui di sostituzione che, per natura, presentano un importo inferiore rispetto a quello dei nuovi mutui.

Il fatto che gli italiani negli ultimi anni si siano orientati verso importi più contenuti, nel tentativo di ridurre quanto più possibile l’impatto della rata sul reddito disponibile, è confermato anche dalla distribuzione delle richieste per fascia di importo: nei primi nove mesi del 2016 le preferenze degli italiani si sono nuovamente concentrate nella classe compresa tra 100.000 e 150.000 Euro, con una quota pari al 29,3% del totale.

Nel complesso quasi 4 domande su 5 (il 77,8% del totale per la precisione) presentano un importo inferiore ai 150.000 Euro.

LE CLASSI DI DURATA DEI MUTUI RICHIESTI. Per quanto riguarda invece la distribuzione della domanda di mutui per classe di durata, ancora una volta è quella compresa tra i 16 e i 20 anni ad essere risultata la preferita dalle famiglie italiane, con una quota pari al 23,8% del totale, seguita a ruota dalla fascia tra i 21 e i 25 anni, con il 20,7%.

LA DISTRIBUZIONE DELLE DOMANDE PER FASCE DI ETÀ. Osservando infine la distribuzione della domanda di mutui in relazione all’età del richiedente, l’ultimo aggiornamento del Barometro CRIF mette in evidenza una maggior concentrazione nella fascia di età compresa tra i 35 e i 44 anni, con una quota pari al 36,0% del totale. Come prevedibile, complessivamente circa 2/3 delle richieste sono state presentate da under 44. Altro dato degno di nota è rappresentato dall’incremento, seppur marginale, della quota di mutui richiesti dai giovani al di sotto dei 24 anni.

“Per sostenere e beneficiare della ripresa del comparto, le aziende di credito dovranno continuare a lavorare alla costruzione di un’offerta sempre più innovativa del prodotto mutui, che non può prescindere da una maggiore attenzione alla customer experience e al presidio dei canali digitali, ovviamente senza tralasciare il governo del rischio dell’operazione e l’adempimento degli obblighi normativi” – conclude Capecchi.

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