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Mutui, il tasso fisso sorpassa quello variabile

Tecnocasa: rispetto a un anno fa è raddoppiata la quota di chi sceglie il tasso fisso, passando dal 27,6% nel primo semestre 2014 al 56,4% nel primo semestre 2015

martedì 27 ottobre 2015 - Redazione Build News

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I mutui a tasso fisso sorpassano quelli a tasso variabile: secondo l'analisi dell'Ufficio studi Tecnocasa, relativa ai primi sei mesi del 2015, più della metà dei mutuatari (il 57,6%) ha optato per la programmazione certa e sicura dell’impegno economico, mentre il 31,4% ha preferito il tasso variabile puro.

Rispetto a un anno fa è raddoppiata la quota di chi sceglie il tasso fisso, passando da 27,6% nel primo semestre 2014 a 56,4%; dall’altra parte, invece, diminuiscono le percentuali di tutte le tipologie variabili. Il tasso variabile “puro” adesso raccoglie poco meno di un terzo delle preferenze, mentre un anno fa era il più richiesto e rappresentava il 43,3%; continua la discesa del tasso variabile con CAP (da 7,3% a 0,7%), tengono meglio i mutui a rata costante, ma comunque la loro incidenza è diminuita (da 20,8% a 11,1%).

Le dinamiche degli indici di riferimento evidenziano tassi che hanno raggiunto nuovamente valori storicamente minimi e un costo del prodotto (spread) medio più contenuto rispetto agli anni passati.

DURATA DEL MUTUO. A livello nazionale la durata media del mutuo è stata di 24,7 anni. Ragionando per fasce di durata, risulta che quasi il 70% dei mutui è compreso tra 21 e 30 anni e il 29,9% si colloca nella fascia 10-20 anni.

I prestiti ipotecari di durata inferiore a 10 anni rappresentano solamente lo 0,3% del totale a causa dei costi elevati della rata mensile, ma il discorso è diverso per le operazioni con periodi superiori a 30 anni. Queste tipologie hanno rate più economiche e sono più accessibili alla clientela ma, poiché vengono giudicate eccessivamente rischiose da parte delle banche, sono poco praticate (infatti non si registrano operazioni di tale durata).

Guardando la durata del mutuo per ripartizione geografica, si evince innanzitutto che quelli di durata più elevata sono concentrati maggiormente nel Nord Italia, mentre al Sud e nelle Isole prevalgono duration inferiori. I mutui compresi tra 21 e 30 anni sono il 77,5% nel Nord-Est, mentre nel Mezzogiorno tale fascia incide per il 59,6%. L’Italia Centrale, invece, segue sostanzialmente la media generale.

IMPORTO. Nel primo semestre 2015 l’importo medio di mutuo erogato sul territorio nazionale è stato pari a circa 110.200 €. Il ticket medio varia in funzione della ripartizione geografica di riferimento, infatti nel Nord-Ovest e nel Centro Italia si eroga mediamente più che a livello nazionale; nel Mezzogiorno e nelle Isole, invece, il ticket medio risulta inferiore al dato complessivo, mentre il Nord-Est si mantiene sostanzialmente in linea. In generale i valori più alti sono nelle regioni del Nord Italia (111.400 € nel Nord-Ovest e 109.900 € nel Nord-Est), più bassi nelle Isole (104.900 €) e ancor di più nel Sud (101.800 €). La macroarea dove il mutuo è risultato più elevato è quella dell’Italia Centrale, con un ticket medio pari a 118.800 €.

Segmentando il campione per fasce di erogato, si nota come la ripartizione sia più sbilanciata verso importi di media entità. Il 40% dei mutui erogati è compreso tra 100 e 150.000 €, mentre il 38,5% si colloca nella fascia inferiore (50-100.000 €). Poco più del 17% dei mutuatari, invece, ha ottenuto un finanziamento superiore a 150.000 €.

ACQUISTO PER L'88% DELLE RICHIESTE. L’acquisto è la motivazione principale per la quale si sottoscrive un mutuo e rappresenta l’88% del totale delle richieste, mentre chi opta per la sostituzione o la surroga incide solo per il 9%. Le operazioni di consolidamento dei debiti costituiscono l’1,2%, chi invece fa ricorso al finanziamento per ottenere maggiore liquidità rappresenta l’1% del totale.

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