Analizzando le interrogazioni sul Sistema di Informazioni Creditizie (SIC) di CRIF relative alle richieste di nuovi mutui e surroghe (vere e proprie istruttorie formali, non semplici richieste di informazioni o preventivi online), il mese di settembre evidenzia una nuova forte contrazione rispetto al corrispondente periodo 2016, con una variazione del -13,8% riconducibile prevalentemente alla progressiva perdita di interesse da parte delle famiglie verso la rottamazione dei vecchi mutui. Se consideriamo i primi 9 mesi dell’anno nel loro complesso, la flessione risulta pari a -8,2%.
Al contempo, però, il III trimestre dell’anno mostra una crescita complessiva dell’importo medio richiesto, che si attesta a 125.449 Euro (+1,6% rispetto al medesimo periodo 2016).
Si registra un calo del numero di richieste rispetto ai primi 9 mesi del 2016, che si era dimostrato particolarmente vivace, ma allargando il raggio di analisi agli anni precedenti si osserva il costante recupero dopo il crollo registrato nel biennio 2010/2011.
L’IMPORTO MEDIO DEI MUTUI RICHIESTI. Dopo le crescite registrate nei primi mesi dell’anno, a settembre il valore medio dei mutui richiesti dalle famiglie risulta pari a 123.567 Euro, in leggera crescita (+0,5%) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Va evidenziato, però, che rispetto agli altri mesi dell’anno in corso, tra agosto e settembre si è assistito a una riduzione del valore medio che ha assorbito parte degli aumenti registrati nei primi 7 mesi.
Complessivamente nel III trimestre dell’anno in corso la performance risulta comunque positiva, con l’importo medio richiesto che si attesta a 125.449 Euro (+1,6% rispetto al dato del corrispondente periodo del 2016).
Relativamente alla distribuzione delle richieste per fasce di importo, nei primi 9 mesi dell’anno in corso la classe compresa tra 100.001 e 150.000 euro si conferma essere la preferita dagli italiani, con una quota pari al 29,4% del totale.
Rispetto ai dati rilevati nello stesso periodo del 2016, in generale, le fasce di importo maggiore continuano a guadagnare peso (+1,1 punti percentuali per le classi di importo superiore ai 150.000 Euro).
LE CLASSI DI DURATA DEI MUTUI RICHIESTI. Anche per quanto riguarda la distribuzione delle richieste di nuovi mutui e surroghe per durata, le preferenze delle famiglie italiane sembrano confermate: nella classe compresa tra i 16 e i 20 anni si concentra, infatti, la quota maggiore di richieste, con il 24,4% del totale (+0,2 punti percentuali rispetto all’intervallo gennaio-settembre 2016), seguita dalla fascia tra i 26 e i 30 anni, con il 22,0%.
Rispetto allo scorso anno si osserva una crescita complessiva delle richieste di mutuo con piani di rimborso più lunghi (+3,0 punti percentuali per le classi di durata superiore ai 15 anni). Va considerata in questo senso la maggiore incidenza delle richieste di nuovi mutui rispetto alle surroghe, che per loro natura hanno una durata inferiore.
LA DISTRIBUZIONE DELLE RICHIESTE DI MUTUO PER FASCE DI ETÀ. Per quanto riguarda la distribuzione delle interrogazioni in relazione all’età del richiedente, la fascia compresa tra i 35 e i 44 anni rimane maggioritaria, con una quota pari al 35,2% del totale, seppur in calo di -0,8 punti percentuali rispetto al dato del 2016. La quota degli under 35, invece, assorbe il 26,7% delle richieste.
Le altre classi rimangono pressoché stabili, eccetto quella compresa tra i 45 e i 54 anni che registra l’aumento più rilevante con +0,4 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
“Le rilevazioni relative al III trimestre del 2017 hanno evidenziato un calo delle richieste di mutui, portando in negativo il saldo su base annua. Alla forte diminuzione del fenomeno delle surroghe registrato negli ultimi mesi, cui va ascritta la performance negativa, si sta però contrapponendo il consolidamento della ripresa dei nuovi mutui richiesti a sostegno delle maggiori compravendite che stanno caratterizzando il mercato immobiliare – commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF. – Un’offerta a condizioni ancora estremamente appetibile continuerà a sostenere il comparto del credito immobiliare anche se gli operatori di settore si trovano a fare i conti con pressioni normative che, ad esempio, pongono sempre di più l’accento sulle garanzie reali sottostanti il finanziamento, con un focus particolare sull’accuratezza delle valutazioni degli immobili.”