Continua la corsa delle rate per i mutui a tasso variabile che negli ultimi mesi hanno toccato valori del +50% rispetto al periodo precedente al rialzo dei tassi della BCE.
Ma dal governo arriveranno aiuti verso le famiglie con contratti a tasso variabile? Secondo Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia, intervistato da SkyTG24 non avrebbe senso agevolare queste famiglie adesso se si considera che negli ultimi dieci anni chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile ha pagato rate decisamente più basse rispetto a chi ha sottoscritto mutui a tassi fissi.
Secondo una stima elaborata da SkyTG24, per un mutuo a 20 anni di 200mila euro richiesto con spread dell’1% a tasso variabile stipulato 10 anni fa, ad oggi ha risparmiato intorno ai 18 mila euro. A parità i contratto con un cittadino che invece ha optato per il tasso fisso. Inoltre, il 90% dei mutui attivati in Italia è a tasso fisso.
La crescita delle rate supera la soglia critica
Ciò non toglie che le 700 mila famiglie che attualmente pagano un mutuo a tasso variabile possano trovarsi o si troveranno nei prossimi mesi in serie difficoltà in quanto le rate mensili sono cresciute oltre la soglia critica del 30 per cento del reddito indicata come rischiosa dagli istituti di credito. Secondo Facile.it, si tratta di un caso che coinvolgerebbe circa il 10 per cento di chi ha richiesto un mutuo un anno fa. Alcune decine di migliaia di famiglie che oggi si ritrovano con una rata troppo elevata rispetto al proprio reddito mensile, e per cui il governo studia soluzioni.
Allungare le rate, l'ipotesi dal MEF
In particolare, dal MEF parte la negoziazione con l'Abi per ridurre le rate. L'ipotesi principale è quella di allungare la durata del prestito in modo da abbassare la rata anche se i tempi più lunghi provocano l’aumento degli interessi con tutte le conseguenze anche negative a carico dei mutuatari (clienti) e banche a causa delle rigide strettoie dell’Eba.