L’acquisto della prima casa è la motivazione principale per la quale si sottoscrive un mutuo e rappresenta l’80% del totale delle richieste, mentre chi vi fa ricorso per comprare una seconda casa incide solo per l’1,8%. Entrambe queste categorie sono in calo rispetto al secondo semestre 2013: la variazione è contenuta per la seconda casa (che infatti rappresentava il 2,5% del totale) e più marcata per la prima casa, che prima raccoglieva l’84,7% delle richieste.
Aumenta la percentuale delle operazioni di sostituzione e surroga, che un anno fa erano l’1,7% del campione e ora ne rappresentano il 3,8%, mentre quelle relative all’ottenimento di maggiore liquidità sono l’1,6% (in leggera discesa rispetto al 2%).
È quanto emerge dall'analisi elaborata dal Gruppo Tecnocasa, che verte sugli ultimi sei mesi del 2014 e prende in esame parametri quali finalità dell’operazione, tipologia, durata e importo medio di mutuo di tutti coloro i quali hanno sottoscritto un finanziamento ipotecario attraverso le agenzie Kìron ed Epicas.
TIPOLOGIA DI TASSO. Le dinamiche degli indici di riferimento evidenziano tassi che hanno raggiunto nuovamente valori storicamente minimi e un costo del prodotto (spread) medio più contenuto rispetto agli anni passati. In questo contesto si registra una sostanziale parità nella distribuzione delle richieste di mutuo a tasso variabile e fisso. Infatti poco più del 41% dei mutuatari ha scelto un tasso variabile puro, approfittando della convenienza delle rate ma assumendosi il rischio di un futuro aumento dei tassi, e il 39,1% ha optato per una programmazione certa e sicura dell’impegno economico, scegliendo la stabilità del tasso fisso nonostante un costo mediamente superiore al tasso variabile.
Rispetto a un anno fa sono emerse notevoli differenze nella ripartizione del campione. Se il tasso variabile “puro” raccoglie sempre la maggioranza delle preferenze, adesso è in fortissimo calo la percentuale di chi sceglie il tasso variabile con CAP (passato dal 14,3% del secondo semestre 2013 all’1,5%); dalla parte opposta, invece, continua ad aumentare la concentrazione del tasso fisso, che l’anno scorso rappresentava il 27,5% e oggi è il 39,1%. La sicurezza di conoscere in anticipo l’ammontare del proprio rimborso viene tenuta sempre in considerazione, infatti i mutui a rata costante si sono mantenuti sostanzialmente stabili rispetto a un anno fa (ora sono il 17,8%).
DURATA DEL MUTUO. A livello nazionale la durata media del mutuo è stata di circa 24 anni e mezzo. Ragionando per fasce di durata, risulta che oltre il 70% dei mutui ha una durata compresa tra 21 e 30 anni e poco meno di un terzo si colloca nella fascia 10-20 anni. I prestiti ipotecari di durata inferiore a 10 anni rappresentano solamente lo 0,2% del totale a causa dei costi elevati della rata mensile, ma il discorso è diverso per le operazioni con durata superiore a 30 anni. Queste tipologie hanno rate più economiche e sono più accessibili alla clientela ma, poiché vengono giudicate eccessivamente rischiose da parte delle banche, sono poco praticate (infatti non registriamo operazioni di tale durata).
Guardando la durata del mutuo per ripartizione geografica, si evince innanzitutto che nelle regioni del Nord Italia prevalgono duration più elevate, anche se solo in queste macroaree sono concentrati i pochi mutui di breve durata. Nelle regioni meridionali e insulari si effettuano maggiormente mutui di durata compresa tra 21 e 30 anni, ma le percentuali sono inferiori rispetto al dato nazionale (70,9%) e oscillano intorno al 63%. L’Italia Centrale, invece, segue sostanzialmente la media generale.
IMPORTO DEL MUTUO. Nel secondo semestre 2014 l’importo medio di mutuo erogato sul territorio nazionale è stato pari a circa 109.400 €. Il ticket medio varia in funzione della ripartizione geografica di riferimento, infatti nel Nord-Est e nel Centro Italia si eroga mediamente più che a livello nazionale; nel Mezzogiorno e nelle Isole, invece, il ticket medio risulta inferiore al dato complessivo, mentre il Nord-Ovest si mantiene sostanzialmente in linea. In generale i valori sono più alti nelle regioni del Nord Italia (poco più di 110.000 € nel Nord-Ovest e quasi 113.000 € nel Nord-Est) e più bassi nel Sud (103.100 €) e ancor di più nelle Isole (98.900 €). La macroarea dove il mutuo è risultato più elevato è quella dell’Italia Centrale, con un ticket medio pari a 113.900 €.
Segmentando il campione per fasce di erogato, si nota come la ripartizione sia più sbilanciata verso importi contenuti. Il 41,2% dei mutui erogati ha un importo compreso tra 50 e 100.000 €, mentre il 39,7% si colloca nella fascia successiva (100-150.000 €). Circa il 17% dei mutuatari, invece, ha ottenuto un finanziamento superiore a 150.000 €.