Una famiglia su 4 teme di avere difficoltà a pagare le prossime rate del mutuo mentre il 65% degli italiani è preoccupato per la propria situazione economica, resa instabile dal crescente costo della vita e dal rialzo dei tassi di interesse sui mutui formalizzato lo scorso 16 marzo dalla BCE.
Nel complesso il 45% delle famiglie italiane con un mutuo in corso percepisce nell’ultimo anno una situazione economica peggiorata, a causa di una congiuntura complessa e non favorevole.
Sono queste alcune delle evidenze dell’Osservatorio SalvaLaTuaCasa realizzato da Nomisma per Esdebitami Retake – società benefit operante nel settore creditizio, che propone un servizio di consulenza specialistico in materia di soluzioni alla crisi da sovraindebitamento delle famiglie in difficoltà economiche – e presentato durante l’evento “SalvaLaTuaCasa – Un’alternativa etica e sostenibile alla liquidazione controllata”.
Nonostante i dati relativi all’occupazione registrino il valore più alto da giugno 2019 (23,2 milioni di persone occupate nel 2023), le famiglie italiane si trovano a fare i conti con un costo della vita sempre più alto che riduce drasticamente il loro potere di acquisto e anche la loro propensione al risparmio. Uno scenario di profonda incertezza, questo – inasprito dall’impennata dell’inflazione e dei costi dell’energia nonché dagli impatti derivanti dal protrarsi del conflitto ucraino – che trova riscontro anche nella contrazione delle intenzioni di acquisto di una nuova abitazione e nell’indebolimento delle domande di mutuo da parte delle famiglie italiane.
Nello specifico, l’indagine condotta da Nomisma sul mercato dei mutui ha evidenziato come, in questa fase non favorevole del ciclo economico, gli strumenti a supporto della liquidità delle famiglie abbiano svolto un ruolo di fondamentale importanza. Negli ultimi anni, infatti, ad una rischiosità estremamente contenuta generata da valori eccezionalmente bassi dell’Euribor nonché da politiche di erogazione finalizzate a contenere il pericolo di sovraindebitamento, si sono aggiunte le moratorie emanate nel periodo pandemico di cui hanno usufruito quasi 1,5 milioni di famiglie.
“Tradizionalmente le famiglie italiane tendono ad adottare comportamenti cauti e virtuosi, evitando di assumere eccessivi impegni finanziari nel momento in cui temono di non riuscire a rispettarli regolarmente. In questa fase di perduranti difficoltà, se non interverranno altre misure a supporto delle famiglie, l’impennata dell’Euribor verificatasi a partire dal 2022 potrebbe determinare un progressivo peggioramento della rischiosità del credito. Come conseguenza, al termine del periodo di sospensione, le famiglie che hanno beneficiato della moratoria potrebbero trovarsi in grande difficoltà nel riprendere il regolare pagamento delle rate perché la loro capacità di sostenere gli oneri del debito dipende anche dalle condizioni generali dell’economia e dal recupero del reddito individuale”, conclude Luca Dondi, CEO Nomisma.
COSTO DELLA VITA, INFLAZIONE, PREZZI ENERGETICI: SALE LA PRESSIONE SULLE FAMIGLIE ITALIANE. L’evento si è caratterizzato per un focus dedicato all’indagine sulle famiglie che ha fotografato il rapporto degli italiani con il pagamento del mutuo in un contesto macroeconomico e sociale sempre più complesso e caratterizzato da fattori congiunturali che potrebbero condizionare la sostenibilità degli impegni finanziari e accrescere in futuro il rischio di sovraindebitamento, primo fra tutti l’aumento del costo delle rate dei mutui (+50% in soli 3 trimestri).
“A causa della diminuzione del loro potere di acquisto (accentuato da inflazione e caro tassi) e per fare fronte alle spese necessarie, molte famiglie dichiarano di attingere ai propri risparmi per mantenere gli standard di consumo a cui sono abituate. Inoltre, spesso si sentono costrette a ridurre le spese per acquisti e attività considerate superflue: il 29% evidenzia di aver diminuito in modo significativo le spese per il tempo libero, il 27% quelle per le attività culturali e il 21% per lo sport” – commenta Roberta Gabrielli, Senior Project Manager Nomisma.
Uno scenario, questo, che ha fatto crescere il timore di 3 famiglie su 10 di non arrivare alla fine del mese e di non riuscire ad accantonare una parte di reddito come risparmio anche per far fronte a future esigenze. A questo riguardo, la survey Nomisma evidenzia come il 65% delle famiglie si sia sentito abbastanza o molto preoccupato nell’ultimo anno, mentre il 53% si è trovato a gestire situazioni di ansia.
La difficile congiuntura accresce inevitabilmente anche le difficoltà delle famiglie nel far fronte regolarmente al rimborso delle rate del mutuo. Nello specifico, il 4% dei nuclei intervistati ha dichiarato di avere accumulato ritardi seppur lievi, mentre il 13% è riuscito a pagare le rate mensili con qualche difficoltà, ad esempio comprimendo altre voci di spesa. Al riguardo va ricordato come al pagamento del mutuo per l’abitazione si sommano anche le rate di altri finanziamenti sostenuti per l’acquisto a rate di beni e servizi, quali automobili o elettrodomestici, prestiti di liquidità, apertura di credito in conto corrente o prestiti con carta di credito revolving che coinvolgono all’incirca la metà delle famiglie italiane.
“Nel complesso, il 36% degli intervistati è concorde nel dire che la situazione economica della sua famiglia è lievemente peggiorata nell’ultimo anno, mentre per il 9% è nettamente peggiorata. Anche guardando al futuro, in questa fase di grande incertezza e complessità, gli italiani non sembrano particolarmente fiduciosi tanto che il 35% prevede una situazione economica in ulteriore peggioramento. Alla luce di questo, il 21% degli intervistati ritiene con ogni probabilità di potersi trovare in difficoltà nei prossimi 12 mesi nel rimborsare la rata del mutuo, mentre per il 3% questa è una cosa certa” – conclude Roberta Gabrielli.
IL DIRITTO ALL’ABITAZIONE: UNA PRIORITÀ DA TUTELARE. Alla luce delle premesse evidenziate nella survey di Nomisma sulle famiglie italiane, si rende necessaria una soluzione sistemica e innovativa a supporto delle famiglie che rischiano di non riuscire più a pagare il mutuo e quindi di perdere la propria casa in asta. Questo è stato il tema della tavola rotonda, animata da esperti di settore e professionisti esperti nella gestione di problemi di sovraindebitamento.
“In questa fase non favorevole del ciclo economico, in cui le famiglie italiane perdono potere d’acquisto a causa dell’inflazione e dell’aumento del costo delle rate dei mutui (+50% in soli 3 trimestri) e dopo un periodo di crisi dettato dalla pandemia, tutelare il diritto all’abitazione deve essere una priorità assoluta. Ci sono tante, troppe famiglie meritevoli che hanno visto peggiorare la propria situazione economica e che ora potrebbero trovarsi in difficoltà, pur avendo intenzione di rispettare gli impegni finanziari assunti” – sottolinea Luigi Ursino, Presidente di Esdebitami Retake Srl.