Il motivo per cui ci sono voluti circa 40 anni per passare dalla teoria alla creazione di un rectenna è il seguente: una rectenna ottica è qualcosa di diverso dalla rectenna ‘classica’ nel senso che produce energia elettrica, in corrente continua, direttamente dalla luce mediante l’utilizzo di componenti su scala nanometrica in un dispositivo che combina le funzioni di una antenna e di un diodo raddrizzatore. Le rectenne ottiche potrebbero fornire miglioramenti a tecnologie come il fotovoltaico o i fotosensori.
COME FUNZIONA? I nanotubi di carbonio agiscono come piccolissime antenne per catturare le onde elettromagnetiche che, quando colpiscono i nanotubi, creano una carica oscillante che si muove attraverso elementi raddrizzatori (diodi) ad essi connessi che a loro volta vengono accesi e spenti ad altissima velocità, creando così una piccola corrente continua.
Miliardi di rectenne in un modulo possono produrre una corrente significativa, sebbene l’efficienza dei dispositivi dimostrati finora rimanga sotto dell’uno percento. I ricercatori sperano di incrementare la produzione attraverso tecniche di ottimizzazione e credono di poter ottenere un rectenna ottica con potenziale commerciale entro un anno. Inoltre, i ricercatori sono fiduciosi nel fatto che questi dispositivi potrebbero arrivare e superare il 40 % di efficienza.