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Non è un Paese per professionisti: il manifesto dei diritti negati

Mobilitazione generale dei liberi professionisti, partite Iva e freelance

martedì 17 febbraio 2015 - Redazione Build News

professionisti_manifesto

“Il lavoro autonomo e professionale è stato definitivamente affondato dal Governo Renzi. Ogni giorno, a parole, la politica si riempie la bocca di competenze, innovazione, capacità di “auto impiego”... ma nella realtà dei fatti si puniscono proprio i soggetti più professionalizzati, innovativi e indipendenti: migliaia di giovani professionisti, partite Iva e freelance che rischiano di scomparire dal mercato del lavoro”.

Con queste parole si apre il “Manifesto del lavoro intellettuale (ovvero, il decalogo dei diritti negati)” presentato oggi da Confprofessioni durante una conferenza stampa che si è svolta a Palazzo Madama, alla presenza di Andrea Mandelli, Commissione Bilancio del Senato, Cinzia Bonfrisco, Commissione Bilancio del Senato, Maurizio Sacconi, Presidente della Commissione Lavoro del Senato, Valentina Paris, Commissione Lavoro della Camera. L'iniziativa promossa dalla Confederazione italiana libere professioni e ribattezzata “Non è un Paese per professionisti” ha visto la partecipazione dei rappresentanti delle Associazioni e delle organizzazioni di rappresentanza dei liberi professionisti, delle partite Iva, dei freelance. 

IL DECALOGO DEI DIRITTI NEGATI. Da oggi, tutti i liberi professionisti, partite Iva e freelance daranno vita a una mobilitazione generale per monitorare attentamente l'attività del governo e del Parlamento e si preparano a elaborare proposte e soluzioni per stabilire che – come recita il “Manifesto del lavoro intellettuale” - anche i professionisti:

1. hanno diritto di poter lavorare;

2. hanno diritto a un compenso equo;

3. hanno diritto alle tutele di welfare;

4. hanno diritto di poter andare in pensione;

5. hanno gli stessi diritti delle attività imprenditoriali;

6. hanno diritto a un prelievo fiscale e contributivo sostenibile;

7. hanno diritto a un credito accessibile;

8. hanno diritto di essere parte attiva del tessuto economico;

9. hanno diritto di difendere i propri interessi;

10. hanno diritto di contribuire allo sviluppo del Paese.

Per la prima volta nella storia italiana, il mondo delle professioni e del lavoro autonomo si mobilita compatto per protestare contro le politiche del governo che hanno penalizzato un settore economico composto da oltre 3,5 milioni di liberi professionisti e lavoratori autonomi. “Adesso il governo ha annunciato che correrà ai ripari per correggere i suoi errori che si sarebbero potuti evitare se avesse avuto l'umiltà di ascoltare i professionisti prima di legiferare sulla loro pelle - afferma il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella. - Al di là dello spreco di tempo e di energie che vengono sottratte all'attività legislativa del Parlamento, la strategia di Penelope assunta dall'attuale esecutivo mette a nudo tutti i limiti di una politica sorda e ostinata che asfalta qualsiasi ipotesi di dialogo e collaborazione”.

“In Italia, professionisti e lavoratori autonomi sono una penisola che non c'è. Oltre 3 milioni e mezzo di persone non esistono nei piani di crescita del Paese, ma sono sempre pronti a tornare alla ribalta quando si tratta di spremerli con le tasse e i contributi – continua Stella - I professionisti sono diventati il bancomat del governo: si spremono i giovani professionisti e le partite Iva per pagare oggi le pensioni, domani si vedrà; si attinge senza scrupolo alle Casse previdenziali per finanziare un sistema produttivo al collasso che non riesce più a creare occupazione; si tolgono risorse al fondo interprofessionale per la formazione del settore, per pagare la cassa integrazione ai dipendenti delle imprese, mentre gli addetti degli studi professionali sono stati buttati fuori dal sistema degli ammortizzatori sociali... E potremmo andare avanti ancora fino ad arrivare alla amara constatazione che tutto ciò che viene tolto dalle tasche dei professionisti e lavoratori autonomi, giovani e meno giovani, serve solo a mantenere i privilegi di una classe politica sempre più distante dalla realtà del Paese”.

www.noneunpaeseperprofessionisti.it/

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