Anche il Friuli Venezia Giulia impugna davanti alla Corte Costituzionale il decreto legislativo 104/2017 concernente le nuove norme adottate dal Governo sulla Valutazione di impatto ambientale (Via).
La questione di legittimità sollevata dalla Regione di fronte alla Consulta riguarda varie disposizioni del decreto legislativo, in particolare quelle sulla partecipazione delle Regioni nei procedimenti di Via statale, che risulta compressa dalle disposizioni impugnate, nonché quelle che hanno determinato il depotenziamento del ruolo delle Regioni a seguito dell'attribuzione allo Stato di competenze prima spettanti alle Regioni stesse.
A chiarire i motivi di questa presa di posizione è l'assessore regionale all'Ambiente, Sara Vito. "Regioni e Province autonome - spiega - avevano espresso, in prima battuta, delle critiche al provvedimento che il Governo aveva deciso di mettere in atto. Poi, nel corso della conferenza Stato-Regioni svoltasi agli inizi di maggio, al decreto legislativo era stato dato un parere positivo condizionato al recepimento di una serie di emendamenti, molti dei quali ritenuti inderogabili e imprescindibili".
Nel testo finale del provvedimento, approvato dal Consiglio dei Ministri il 9 giugno e pubblicato un mese più tardi sulla Gazzetta ufficiale, molti di questi emendamenti non sono stati accolti. Da qui lo scontento degli enti locali, alcuni dei quali, le Regioni Lombardia, Sardegna, Sicilia, Valle d'Aosta, Puglia e Calabria, la Provincia autonoma di Trento ed ora anche la Regione Friuli Venezia Giulia, hanno deciso di ricorrere alla Corte costituzionale.
"Sostanzialmente - spiega Vito - in conferenza Stato-Regioni erano state date precise indicazioni per salvaguardare le realtà regionali. Tuttavia il provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri è andato in altra direzione, senza tenere in considerazione le richieste avanzate. È quindi venuta a mancare l'adeguata valutazione delle competenze e delle attribuzioni regionali che si sarebbero potute correttamente salvaguardare attraverso il coordinamento ispirato al principio di leale collaborazione tra lo Stato e la Regione Friuli Venezia Giulia".
A tal proposito, Vito ricorda ancora che, come recita il ricorso, "la Corte costituzionale già in passato ha riconosciuto l'obbligo per lo Stato di rispettare il principio di leale collaborazione, nella declinazione dell'intesa cosiddetta forte, in occasione di discipline che coinvolgono gli interessi e le competenze regionali. In questo caso, invece, non solo non si è proceduto all'intesa tra le parti ma lo Stato, dopo aver acquisito il parere favorevole condizionato della Conferenza Stato-Regioni, ha sostanzialmente confermato il testo del suo schema di decreto legislativo senza recepire alcuna delle indicazioni che gli erano state formulate".
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