di Franco Metta
Le Pmi italiane apprezzano molto la nuova Sabatini: a maggio si è raggiunta la cifra di 1 miliardo e 335 milioni di euro di prenotazioni. Poco meno di 5 miliardi nei primi cinque mesi dell’anno, di cui 3,34 miliardi in leasing. Gli importi richiesti sono cresciuti di mese in mese: si è passati dai 649 milioni di febbraio agli 885 milioni di marzo, per arrivare ai 1,2 miliardi di aprile.
Le risorse messe in campo dal governo per questa misura sono quasi esaurite. Il primo campanello d’allarme lo aveva lanciato CNA Veneto affermando che nei primi quattro mesi del 2021 le domande erano già il 70% del totale dell’anno scorso. Ora si aggiungono gli appelli di Assilea e Ucimu – Sistemi per produrre, associazione dei produttori di macchine utensili, robot, automazione. Secondo Carlo Mescieri, presidente di Assilea, di questo passo “vorrebbe dire chiudere lo sportello a giugno con conseguente blocco degli investimenti prima che il Pnrr possa dispiegare i suoi effetti”. Più diretta ancora Barbara Colombo di Ucimu – Sistemi per produrre: “Chiediamo che strumenti come la nuova Sabatini siano rifinanziati immediatamente e resi strumentali”.
Perché ora conviene di più investire in beni strumentali
Le imprese che acquistano (anche in leasing) beni strumentali per uso produttivo (macchinari, attrezzature, impianti, hardware, software e tecnologie digitali) attraverso un finanziamento bancario posso richiedere il contributo messo a disposizione dal MiSE. Questo in virtù della legge Sabatini, nome del deputato che la propose per la prima volta nel lontano 1965. Nel corso degli anni la legge ha subito varie modifiche, le ultime delle quali con la legge di Bilancio 2021 (n. 178/2021), tant’è che ora si parla di Nuova legge Sabatini.
Il contributo del Ministero dello Sviluppo Economico in conto impianti è pari al valore degli interessi calcolati, in via convenzionale, su un finanziamento della durata di cinque anni e di importo uguale all’investimento, ad un tasso d’interesse annuo pari al 2,75% per le spese ordinarie e al 3,575% per gli investimenti 4.0.
L’accesso al contributo è stato reso più semplice e conveniente. Infatti per tutte le domande presentate dalle imprese alle banche dopo il 1° gennaio l’erogazione viene effettuata in un’unica soluzione, mentre prima il contributo veniva spalmato in sei quote annuali e indipendentemente dall’importo del finanziamento, diversamente da come avveniva in passato.
Anche le domande presentate dal 19 maggio 2019 al 16 luglio 2020 e dal 17 luglio al 31 dicembre 2020 sono state soddisfatte in un’unica soluzione ma per finanziamenti non superiori rispettivamente a 100 mila e 200 mila euro.
Prerequisito per ottenere il contributo resta la concessione di un finanziamento bancario o locazione finanziaria da parte di un istituto che abbia aderito alle convenzioni stipulate tra il Mise, l’Abi, e Cdp (Cassa depositi e prestiti). Parimenti a prima l’erogazione del contributo è prevista al completamento dell’investimento che viene comunicato dall’impresa tramite autocertificazione telematica, compilando il cosiddetto modello DUI (Dichiarazione ultimazione investimento) e il modulo RU (richiesta unica) da trasmettere al Mise.