L’utilizzo di strumenti digitali e di software dipende fortemente dall’attività e dalle dimensioni dell’azienda. Tuttavia, almeno la metà delle imprese edili intervistate (circa il 57,2%) mostra un livello elevato o molto elevato di conoscenza delle attività digitali, ad eccezione dell’utilizzo dei social network.
È quanto emerge da un questionario nell'ambito del progetto europeo “Construction Blueprint”, al quale partecipano l’Ance insieme al Formedil.
L’Ance ha diffuso il questionario anche attraverso l’ausilio di Federcostruzioni e della Commissione nazionale paritetica per le Casse Edili (CNCE), raccogliendo 750 risposte e superando così l’obiettivo fissato dal consorzio. L’indagine è stata condotta su un campione costituito per il 47,2% da imprese con un numero di dipendenti ricompreso tra 1 e 9 e che operano principalmente nel campo della costruzione di edifici.
Nello specifico, il 55,2% delle imprese intervistate necessita di migliorare le proprie competenze nell’utilizzo di software CAD per 2D e nella produzione e aggiornamento di disegni 3D (AutoCAD, Sketch UP, Rhinoceros 3D, ecc.), mentre il 40,6% nell’uso di applicazioni digitali business-specific e il 33,7% nella progettazione di un budget, utilizzando software dedicati, tra cui BIM. Solo il 18,3% ritiene di non aver bisogno di sviluppare alcuna delle competenze digitali sopra indicate.
Rispetto al fabbisogno di competenze legate all’efficienza energetica, solo il 36,2% ha dichiarato di non essere interessato al tema. Tra i processi a cui le imprese prestano maggiore attenzione figurano, invece, l’isolamento per il 52,2%, la tenuta all’aria per il 26,9%, la ventilazione per il 26,5%, le pompe di calore per il 19,4%, il fotovoltaico per il 19,3% e la domotica intelligente per il 14,3%. Da ultimo, il 3,7% delle imprese ha dichiarato di essere interessata all’energia eolica, il 5,2% alla biomassa, il 6,8% all’ energia aerotermica, il 7,9% ai contatori intelligenti e l’8,5% all’energia geotermica.
Infine, per quanto riguarda l’economia circolare, il 62,7% delle imprese ritiene di dover sviluppare competenze rispetto al riciclo dei rifiuti di costruzione e demolizione. In particolare, il 41% e il 50.5% hanno dichiarato di aver bisogno di sviluppare, rispettivamente, competenze per l’utilizzo di nuovi materiali e l’adozione di misure di prevenzione. Il 30,9% e il 28,9% delle imprese ha poi specificato che, rispettivamente, il completamento di un inventario dei rifiuti pericolosi e dei materiali recuperabili sono competenze richieste per i lavoratori. Il 24,1% ha stimato che il personale debba essere qualificato per la costruzione e la ricostruzione di impianti con componenti recuperati. Infine, solo il 16,8% ha ritenuto che queste competenze in materia di economia circolare non siano necessarie.
IN ALLEGATO il Report finale con i risultati del questionario nel dettaglio.