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Nuove Norme Tecniche Costruzioni, delusi i Geologi: “Permangono criticità”

Il testo inviato a Bruxelles esclude la componente geologica dal processo di costruzione dei progetti ed elimina ogni riferimento agli aspetti sismici nella relazione geologica

mercoledì 15 febbraio 2017 - Redazione Build News

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È necessario apportare dei correttivi al testo delle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni – ora all'esame di Bruxelles - “che garantiscano un approccio integrato, multidisciplinare e interculturale alle problematiche connesse alla sicurezza geologica e geofisica delle costruzioni, che siano in grado di superare logiche corporative e settoriali, per conseguire il comune obiettivo di garantire opere sicure e resilienti al Paese”.

Lo dice in una nota Raffaele Nardone, Consigliere-Tesoriere del Consiglio Nazionale dei Geologi.

Secondo Nardone, il testo delle Norme Tecniche sulle Costruzioni inviato a Bruxelles “è deludente e permangono criticità, che evidenziano come un ristretto numero di soggetti di estrazione universitaria ritiene di dover escludere la componente geologica dal processo di costruzione dei progetti di opere che interagiscono con il suolo e il sottosuolo”.

I geologi “ritengono che un progetto debba essere articolato nel seguente modo, partendo da una preliminare conoscenza degli aspetti geologici:

- scelta del tipo di opera o dell’intervento e della programmazione delle indagini geologiche, geotecniche, sismiche, idrologiche, ecc…);

- caratterizzazione e modellazione geologica del sito e dell’ambito geomorfologico significativo;

- caratterizzazione fisico-meccanica dei terreni e delle rocce presenti nel volume significativo e definizione dei modelli geotecnici di sottosuolo;

- definizione delle fasi e delle modalità costruttive;

- verifiche della sicurezza e delle prestazioni;

- programmazione delle attività di controllo e monitoraggio”.

Inoltre, la fase di programmazione delle indagini “deve mirare a un momento unico tra tutti i progettisti specialisti che concorrono alla redazione del progetto riconoscendo al progettista il coordinamento, la gestione e l’approvazione del fondamentale momento della progettazione.

La versione attuale delle NTC prevede due fasi distinte per l’investigazione del sottosuolo: una di tipo geologico e l’altra di tipo geotecnico evidenziando che, solo di quest’ultima, è responsabile il progettista. Tale articolazione è del tutto anomala ed errata, soprattutto perché fonte di sperpero di risorse e non permette l’esercizio del principio di sussidiarietà che è fondamentale nella progettazione delle opere e rischia di far perdere quel patrimonio di conoscenza ed esperienza ormai consolidato negli anni nel modo delle libere professioni dell’area tecnica”.

DOPPIA CAMPAGNA DI INDAGINI. “Non sarà semplice, per i tecnici e gli amministratori pubblici, comprendere una norma – afferma Nardone - che ancora una volta prevede, con un notevole aumento di spese, una doppia campagna di indagini anziché un’unica campagna di indagini organizzata tra le diverse componenti tecniche. Varare una norma che marginalizza la conoscenza geologica e che prevede costi aggiuntivi ed inutili sia per il cittadino sia per gli enti Pubblici, nonché procedure difficilmente attuabili, significa renderla inefficace oltre che dispendiosa, il contrario di quello che occorre per rendere più sicure le costruzioni”.

ASSICURARE LA COERENZA FRA RELAZIONE GEOLOGICA, MODELLAZIONE SIMICA E RELAZIONE GEOTECNICA. Secondo il Consigliere-Tesoriere del Consiglio Nazionale dei Geologi, per garantire la sicurezza delle costruzioni “è fondamentale assicurare, tra le altre cose, piena coerenza fra relazione geologica, modellazione simica e relazione geotecnica. Gli elaborati, piuttosto che essere concepiti, come spesso accade, come documenti separati e poco comunicanti, affidati a professionalità diverse non sempre legate fra loro, devono rappresentare le parti fondanti di un unico processo mirato alla realizzazione di opere sicure e resilienti nei confronti dei rischi geologici”.

ELIMINATO OGNI RIFERIMENTO AGLI ASPETTI SISMICI NELLA RELAZIONE GEOLOGICA. Nardone evidenzia che “un’altra criticità che preoccupa noi geologi è l’aver eliminato ogni riferimento agli aspetti sismici nella relazione geologica, come se un terremoto ed i suoi effetti non dipendessero dalla natura e disposizione dei terreni, ma solo da aspetti ingegneristici”.

I CONTENUTI DELLA RELAZIONE GEOLOGICA. Per i geologi è “paradossale che i contenuti della relazione geologica vengano sviluppati da altre categorie professionali, mentre è nostro convincimento che la stessa debba svilupparsi in modo esaustivo e con preciso riferimento al progetto nel seguente modo:

- le caratteristiche geologiche del sito e la successione stratigrafica locale (caratteristiche litologiche e stratigrafiche dei litotipi, stato di alterazione e/o fessurazione, distribuzione spaziale e rapporti tra i vari corpi geologici, ecc..);

- le caratteristiche strutturali dell’area e i principali elementi tettonici presenti;

- i processi morfoevolutivi agenti sul territorio ed i principali elementi geomorfologici presenti con particolare riferimento al loro stato di attività anche mediante specifiche verifiche;

- le caratteristiche idrogeologiche del sito e lo schema di circolazione idrica superficiale e sotterranea;

- la modellazione sismo-stratigrafica e la valutazione degli effetti sismici di sito, definendo l’approccio da utilizzare (approccio semplificato o RSL)”.

Leggi anche: “Le nuove Norme Tecniche Costruzioni sono arrivate a Bruxelles: ecco il testo (quasi) definitivo

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