È prevista per il prossimo 22 settembre la prima riunione utile per l’acquisizione dell’intesa in Conferenza Unificata sulle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni.
Tra le novità della bozza di revisione delle NTC aggiornata – IN ALLEGATO – che è stata inviata alla Conferenza Unificata, c'è l’adeguamento antisismico degli edifici esistenti secondo standard meno severi di quelli previsti per i nuovi edifici.
Per la fine del 2016 è prevista la pubblicazione del testo in Gazzetta Ufficiale.
La nuova versione del documento riporta in colore rosso tutte le modifiche intercorse, nel corso della procedura di concerto interministeriale, rispetto al testo Allegato al parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici n.53/2012, espresso nell’Adunanza dell’Assemblea Generale del 14 novembre 2014.
Fra queste, evidenziate in celeste, sono riportate le modifiche da ultimo richieste dal Dipartimento per la Protezione Civile con nota n. SIV/0027712 del 01.06.2016.
IL COMMENTO DI FINCO. “L'aggiornamento delle Norme tecniche per le costruzioni – ricorda il direttore generale di Finco, Angelo Artale - era fermo al 2008, poiché il lavoro del CSLP è stato rallentato da differenti visioni ed orientamenti interni che hanno portato all'approvazione di una bozza a novembre del 2014. Tali contrasti di opinione hanno condotto ad una notevole dilazione nei tempi di prosieguo dell'iter.
In particolare verranno prescritti parametri separati per l'adeguamento sismico dei vecchi fabbricati in quanto è stato ritenuto che utilizzare gli stessi criteri previsti per il nuovo, come avviene adesso, avrebbe reso tali regole di fatto inapplicabili, a causa di interventi complessi e costosi.
Tale soluzione, negli auspici, potrebbe (dovrebbe) essere prodromica ad una massiccia operazione di messa in sicurezza del patrimonio esistente, poiché gli edifici vecchi incasserebbero in sostanza uno "sconto" del 20% nei parametri di sicurezza, rispetto a quelli edificati da zero.
Resterebbero però scoperte una serie di ipotesi, come quella della sopraelevazione o gli ampliamenti dei fabbricati.
La novità riguarderà soprattutto il caso di cambi di classe e di destinazione d'uso degli edifici, che comportino un aumento dei carichi verticali superiore al 10%: in queste ipotesi sarà più facile adeguarsi alla normativa antisismica.
Senza volere in questa sede entrare in giudizi e considerazioni tecniche o di dettaglio, che ciascuna Associazione federata potrà meglio sviluppare per proprio conto, ci limitiamo ad osservare che la scelta effettuata presenta sia luci (e sicuramente improntata ad un approccio realistico e suscettibile di essere volano a quella non più procastinabile operazione di verifica e successiva messa in sicurezza sismica delle almeno più rischiose zone del nostro Paese, che tanto abbiamo propugnato con il progetto "Per un Italia piu' bella e più sicura") che ombre (il terremoto non fa distinzione o "sconti" tra vecchi e nuovi fabbricati e non vorremmo che tale soluzione implicasse una scelta di miglioramento/adeguamento in vecchi borghi storici caratterizzati da edifici in muratura scadente o in altrettanto scadenti manufatti edili degli anni '60, laddove occorrerebbe una più radicale operazione di abbattimento e ricostruzione).”
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