“Con il Nuovo Codice degli appalti potrebbe finire senza gara ben il 90% del mercato della geologia perché innalza da 40 a 150 mila euro il tetto per la trattativa privata nei servizi di progettazione, riducendo il numero di operatori da invitare da 5 a 3. Dunque ci sarà una mancanza di concorrenza nell’affidamento dei servizi tecnici soprattutto riguardo alla geologia”.
Lo ha denunciato con forza Raffaele Nardone, Consigliere Nazionale dei Geologi.
“Il nuovo codice degli appalti è frutto dell’ossessione della semplificazione, sembra che lo sviluppo del nostro Paese – ha proseguito Nardone - sia legato ai percorsi di semplificazione che la Pubblica Amministrazione deve mettere in campo. Nell’esprimere piena condivisione dell’impianto politico e culturale del nuovo codice non possono essere sottaciute le forti criticità presenti nel provvedimento”. Si va dal mancato obbligo di iscrizione ad un albo all’innalzamento della soglia per la trattativa privata, all’incentivo del 2 per cento per i dipendenti pubblici.
“I progettisti interni alla pubblica amministrazione potranno continuare ad essere sprovvisti dell’iscrizione ad un Ordine professionale – ha dichiarato Nardone - essendo sufficiente la sola abilitazione e, di conseguenza, non dovranno ottemperare al requisito dell’aggiornamento professionale obbligatorio.
Denunciamo la mancanza di un capitolo specifico dedicato ai servizi di ingegneria e architettura che la dice lunga sul riguardo avuto nei confronti della centralità della progettazione nell’ambito del codice degli appalti contrariamente ai buoni principi a cui aspira la norma”.
CONTRADDIZIONI. “Se l’aver inserito le indagini geologiche già nella fase della progettazione di fattibilità aveva lo scopo di porre a base di gara un progetto di qualità – ha proseguito Nardone - e ridurre le varianti, non si comprende come mai tra gli obiettivi della progettazione non viene posta l’attenzione sulla compatibilità geologica, idrogeologica e geomorfologica oppure “sulla definizione degli elementi di criticità geologica che possono manifestarsi in relazione con le caratteristiche delle opere in progetto” ma si parla solo di verifica con la vincolistica idro-geologica. Nell’articolo specifico che riguarda i controlli in fase di esecuzione, si parla di verifiche relativamente alle prescrizioni in materia ambientale, paesaggistica, storico-architettonica ecc. ecc., non si fa nessun riferimento alla verifica del recepimento in fase di esecuzione delle prescrizioni di carattere geologico, geotecnico o idraulico, quasi sempre presenti nei progetti.
Auspicavamo che con il trasferimento dell'incentivo del 2 per cento per i dipendenti della pubblica amministrazione dalla progettazione alla fase di programmazione e predisposizione delle gare ed a quella di controllo, venisse fissato un limite anche sulla progettazione intera”.
I PUNTI DI FORZA DEL CODICE. Secondo i geologi tra i punti di forza del nuovo Codice c'è “il principio che le gare vengono aggiudicate sulla base di criteri di qualità del progetto con il superamento del principio massimo ribasso. I progetti andranno a gara con le indagini geologiche già nella fase preliminare; questo aspetto, seppur nel principio condivisibile perché mira a ridurre le varianti e a porre a base di gara un progetto di qualità, conserva delle insidie e, pertanto, merita il dovuto approfondimento. (Nella fase preliminare, le stazioni appaltanti sono in fase di richiesta dei finanziamenti quindi non ci sono risorse finanziarie sufficienti per adeguate campagne di indagine).
Auspichiamo – ha concluso Nardone - la possibilità di superare le criticità evidenziate ovvero un momento di confronto, attesa l’importanza del provvedimento, e vigileremo anche sulla proposta che dovrà sottoporre al Ministero l’ANAC sulle linee guida”.