“Avevamo chiesto al Governo uno slittamento della entrata in vigore della norma, prevista per il prossimo primo aprile e che diventerà completamente operativa a partire dal primo luglio, al fine di dialogare per migliorare taluni istituti, ma non siamo stati del tutto ascoltati”. Così esordisce Angelo Carlini, Presidente di ASSISTAL, l’Associazione, aderente a Confindustria, che rappresenta le imprese di costruzione e manutenzione di impianti tecnologici, ESCo, servizi di efficienza energetica e facility management, commentando l’approvazione definitiva del testo del nuovo Codice dei Contratti, intervenuta in Consiglio dei Ministri ieri in serata.
“Ne prendiamo atto” - prosegue Carlini - “e comprendiamo la deadline dettata dall’Europa per evitare i rischi di perdere i circa 20 miliardi di finanziamento previsti dal PNRR, ma restiamo convinti che alcuni istituti vanno necessariamente rivisti per affermare la garanzia di trasparenza, fattibilità delle opere, sostenibilità del mercato e tutela delle imprese. Ci preoccupano molto le soglie economiche previste per gli affidamenti diretti e per le procedure negoziate senza bando; ad esempio la possibilità di affidare gare di lavori impiantistici fino a circa 5,3 milioni di euro con procedura negoziata senza bando, significa sottrarre al mercato ed alla trasparenza circa il 90% delle gare per le piccole e medie imprese. Per non parlare del subappalto a cascata, concetto che riapre la strada a subappalti che oggettivamente sfuggono al controllo della stazione appaltante, con danni riferibili alla qualità dei lavori e dei servizi, ai lavoratori in termini di sicurezza e retribuzioni, alle imprese “sane” in termini di crollo verticale del principio di concorrenza. Sotto il profilo dei servizi energetici e tecnologici” - continua Carlini - “siamo convinti che si poteva fare meglio e di più per garantire al comparto una regolamentazione maggiormente mirata, volta ad esaltare la qualità delle prestazioni e d’altro canto il ruolo della grande impresa in termini di partenariato pubblico privato, sul quale le norme restano, rispetto al passato, pressoché invariate.
“Poiché siamo convinti che i rilievi da noi mossi vanno nel verso giusto” - conclude Carlini - “continueremo a rappresentare con forza, anche unitamente agli altri operatori della filiera delle costruzioni, la necessità di rivedere talune norme, nelle more della piena operatività del nuovo codice, con l’auspicio che Governo e Parlamento dimostrino la giusta sensibilità, necessaria per la crescita del Paese”.