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Nuovo Codice Appalti, CNI: la semplificazione non può essere conseguita a scapito della qualità della progettazione

L’aggiudicazione delle opere da realizzare basate sul progetto esecutivo da regola diventa un’opzione, si apre la strada ad un uso generalizzato dell’appalto integrato, non vengono ben definiti i ruoli delle PA e dei professionisti esterni, e non emerge con chiarezza il metodo di calcolo dei corrispettivi

martedì 20 dicembre 2022 - Redazione Build News

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Nelle ultime ore i media hanno dato molto risalto ai contenuti del testo preliminare del Codice dei Contratti approvato, in esame preliminare, dal Consiglio dei Ministri. Sebbene l’iter per l’approvazione definitiva del testo sia articolato e preveda ulteriori passaggi, la lettura del documento ha suscitato parecchie perplessità nel mondo delle professioni.

“E’ sicuramente condivisibile il fatto che questo nuovo testo punti alla semplificazione – afferma Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI -. Tuttavia, anche a causa della sua mancata completezza, il testo approvato dal Consiglio dei Ministri sembra non voler tenere conto di alcuni aspetti decisivi, da sempre al centro delle interlocuzioni istituzionali degli ingegneri, e dei professionisti tecnici in generale. Su tutti la centralità del progetto che sparisce dai processi di trasformazione del territorio, dimenticando il fatto che la fase di progettazione è decisiva per garantire la qualità delle opere. Come se non bastasse, l’aggiudicazione delle opere da realizzare basate sul progetto esecutivo da regola diventa un’opzione e si apre la strada ad un uso generalizzato dell’appalto integrato, ossia l’affidamento all’impresa sia della progettazione esecutiva che dell’esecuzione dell’opera. Inoltre, non vengono ben definiti i ruoli delle Pubbliche Amministrazioni e dei professionisti esterni alle PA, così come non emerge con chiarezza il metodo di calcolo dei corrispettivi spettanti ai professionisti, dato che non si fa menzione del ‘Decreto Parametri’.

“Ci auguriamo che le forze politiche riflettano con attenzione su tutti questi aspetti e che nei passaggi successivi pongano rimedio, accogliendo le richieste e le segnalazioni che le nostre categorie professionali stanno inoltrando. La semplificazione è un obiettivo che trova tutti d’accordo, ma non può essere conseguito a scapito della qualità della progettazione delle opere e della loro stessa realizzazione”.

IL PARERE DI ANAEPA CONFARTIGIANATO EDILIZIA. “Abbiamo avuto modo di esaminare il testo approvato e apprezziamo l’impegno profuso per semplificare una disciplina così complessa e per rendere operativo il nuovo Codice in tempi brevi: siamo invero da sempre sostenitori che semplificazione, certezza delle norme e rapidità dei procedimenti siano indispensabili per favorire il lavoro e la crescita delle imprese”. È quanto dichiarato dal Presidente di ANAEPA-Confartigianato Edilizia, Stefano Crestini, all’indomani dell’approvazione del nuovo Codice da parte del Consiglio dei ministri.

È altrettanto positiva la reintroduzione dell’obbligo di prevedere clausole di revisione prezzi, fermo restando la necessità che sia indicato – tra i motivi che danno luogo alla revisione – anche il costo derivante dal rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro sottoscritti dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.

Nello schema proposto sembrerebbe ancora una volta non essere stato colto a pieno il principio cardine della legge delega: “Non sono stati individuati strumenti efficaci per incentivare la partecipazione delle micro e piccole imprese al mercato dei lavori pubblici, quali potrebbero, essere ad esempio, gli appalti di prossimità “a Km 0” e la disciplina dei consorzi artigiani, nonché delle reti d’impresa”, puntualizza il Presidente di ANAEPA.

Proprio nella logica semplificatoria e di massima inclusione delle MPMI, con il permanere della questione relativa alla qualificazione delle stazioni appaltanti, la confermata discrezionalità loro concessa può rappresentare, secondo ANAEPA, un problema che attiene anche alla corretta valutazione, costruzione e gestione di un appalto pubblico. Allo stesso modo, l’estensione del meccanismo delle Soa anche al mercato dei servizi potrebbe operare una selezione artificiosa delle imprese senza garantire – al contempo – una maggiore qualificazione degli operatori.

“In questo momento storico la necessità di velocità non deve far venire meno il confronto. Siamo a disposizione per condividere tutte quelle modifiche necessarie a rendere questo Codice utile a gestire tutti i contratti, senza deroghe e a garantire quel che più auspichiamo: una tregua normativa”, conclude Crestini.

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