Dopo una lunga trattativa, nella serata di venerdì 16 febbraio Confprofessioni, per la parte datoriale, e le organizzazioni sindacali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno firmato l’ipotesi di rinnovo del contratto, scaduto nel 2018, che ha una durata triennale e coinvolge circa 1 milione di lavoratori degli studi professionali.
Le novità
L’ipotesi di rinnovo introduce una disciplina dell’apprendistato nelle sue tre tipologie per rendere più dinamico l’accesso dei giovani al mercato del lavoro ed un forte impegno della bilateralità per rafforzare il welfare a sostegno dei lavoratori e dei datori di lavoro del settore. Un focus particolare viene posto sulla prevenzione con l’introduzione di una giornata di permesso per effettuare visite e check up. Inoltre, le parti hanno deciso di aggiornare la disciplina degli istituti contrattuali per renderli più aderenti alle recenti novità normative, in particolare la previsione di causali che consentono una durata del rapporto di lavoro superiore a 12 mesi.
«È stata una trattativa lunga e complessa, anche a causa di un contesto economico e sociale condizionato dalla pandemia e dalle spinte inflattive causate dalle crisi internazionali che hanno avuto un forte impatto sugli studi professionali. Il risultato dell’intesa è senza dubbio soddisfacente, perché è stato trovato un punto di equilibrio tra le diverse esigenze di lavoratori e datori di lavoro», ha dichiarato il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella. «L’aumento retributivo ha tenuto conto delle dinamiche inflattive e dei cambiamenti in atto nel mercato del lavoro che impattano sugli studi professionali. Una particolare attenzione è stata posta sul welfare che è stato ulteriormente rafforzato e che da sempre caratterizza la storia contrattuale degli studi professionali».