Solare, fotovoltaico e schermature solari

Nuovo fotovoltaico in ambito agricolo: il Position Paper

Il documento, elaborato da un gruppo di lavoro composto da FREE, Confagricoltura, Confederazione Italiana Agricoltori, Italia Solare ed Elettricità Futura, contiene caratteristiche e metodologie inedite per l’introduzione del fotovoltaico da parte delle imprese agricole nel rispetto delle peculiarità dei territori

lunedì 9 novembre 2020 - Redazione Build News

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È stato pubblicato il Position Paper “Nuovo fotovoltaico in ambito agricolo – una scelta green per il paese e per il clima” che contiene caratteristiche e metodologie inedite per l’introduzione del fotovoltaico da parte delle imprese agricole in pieno rispetto delle peculiarità dei territori.

Il documento – IN ALLEGATO - è il prodotto di un gruppo di lavoro composto da FREE, Confagricoltura, Confederazione Italiana Agricoltori, Italia Solare ed Elettricità Futura.

«Il fotovoltaico in Italia è una delle rinnovabili indispensabili e l’obiettivo al 2030 fissato dal PNIEC per questa fonte, e ancor più quello più sfidante che sarà richiesto dal nuovo target di riduzione delle emissioni climalteranti, impongono di affrontare la questione di uno sviluppo del fotovoltaico in agricoltura con un approccio oggettivo, facendo tesoro delle esperienze di questi anni, ma anche tenendo conto delle nuove soluzioni disponibili, senza pregiudizi e preclusioni e senza generalizzazioni. – ha detto G.B. Zorzoli, Presidente del Coordinamento FREE aprendo il convegno “Fonti rinnovabili e imprese agricole: un matrimonio possibile” organizzato on line, nell’ambito di Key Energy – Un attento uso del suolo agricolo è imprescindibile, anche nel caso del fotovoltaico, in quanto risorsa preziosa per l’agricoltura e per la società e l’inserimento degli impianti nel paesaggio agrario dovrà essere adeguatamente valutato, ma prima ancora è necessario riconoscere che il paesaggio possa essere modificato per coniugare bellezza ed armonia con la necessità di rendere vivibile un territorio. Siamo consapevoli di quanto sia delicato il tema del fotovoltaico in agricoltura, anche per una serie di criticità emerse in passato, ma si tratta di una fase che deve essere superata e devono essere considerati i risultati raggiunti oggi dalle migliaia di imprese agricole che ne hanno sostenuto la crescita e delle ulteriori ricadute che potrebbero derivare da un nuovo e più importante sviluppo del fotovoltaico. Consapevoli di ciò abbiamo avviato un tavolo di lavoro sul fotovoltaico in agricoltura coinvolgendo non solo le associazioni ambientaliste e di settore ma anche quelle agricole. E oggi presentiamo il paper che è frutto di questo lavoro e che non è un documento di un settore o di un’associazione, ma è un testo di convergenza tra soggetti diversi per la decarbonizzazione recependo gli input dell’ Europa e che punta a una riduzione della CO2, attraverso un modello agricolo multifunzionale».

Successivamente è intervenuto Marino Berton del Coordinamento FREE che ha illustrato il documento nel dettaglio. «Il futuro sviluppo del fotovoltaico nel contesto agricolo, dovrà essere declinato puntando sul pieno coinvolgimento degli imprenditori agricoli, i quali dovranno svolgere un ruolo da protagonisti, integrando sempre più la produzione di prodotti di qualità con la generazione di energia rinnovabile. È arrivato il momento di definire con chiarezza le regole del “si può fare a condizione che” e superare così facili divieti da cui nessuno trarrebbe vantaggio. – ha affermato Berton nel suo intervento – L’ulteriore sviluppo del fotovoltaico in agricoltura può rappresentare un elemento di crescita, sia economica che ambientale, molto importante per il settore agricolo, per l’industria, per i territori e le comunità locali, laddove opportunamente inserito in progetti economici, agro-energetici. Occorre inoltre tener conto della difficoltà di alcune filiere agricole, che più di altre, hanno necessità di integrare i propri redditi anche attraverso attività di diversificazione come la produzione di energia, integrazione in alcuni casi indispensabile per prevenire l’abbandono delle aree rurali. Un nuovo sviluppo del fotovoltaico in agricoltura, con l’integrazione di reddito che ne deriva, potrà quindi essere lo strumento con cui le aziende agricole potranno mantenere o migliorare la produttività e la sostenibilità delle produzioni e la gestione del suolo, riportando, ove ne ricorrano le condizioni, ad attività agro pastorale anche terreni marginali».

Nella fase successiva sono intervenute le associazioni che hanno partecipato alla redazione del documento con: Roberta Papili di Confagricoltura; Andrea Zaghi per Elettricità Futura; Alessandra Pesce del CREA; Rolando Roberto di Italia Solare; Gianmichele Passarini della Confederazione Italiana Agricoltori; Edoardo Zanchini di Legambiente; i quali hanno illustrato le proprie posizioni agli esponenti politici presenti: Giuseppe L?Abbate, Sottosegretario al Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali e Filippo Gallinella, Presidente della Commissione Agricoltura della Camera.

«I cambiamenti climatici oggi sono una realtà e il mondo dell’agricoltura è un soggetto che deve essere parte attiva nel loro contrasto, anche perché è uno dei primi a subirne i danni. – ha detto durante il suo intervento l’Onorevole Giuseppe L’Abbate, Sottosegretario al Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali – Per questo motivo l’agricoltura italiana è un soggetto fondamentale che con gli interventi energetici può non solo aiutare sul fronte dei cambiamenti climatici ma anche su quello della produttività del sistema paese, dato che è in calo, come sancito oggi dall’Istat, da anni. Circa gli impianti fotovoltaici sulle coperture in aree agricole non ci sono dubbi, ma la discussione, oggi, riguarda quelli a terra, per i quali è necessario porre molta attenzione per capire quali tecnologie e modalità utilizzare, per integrare al meglio produzione agricola ed energetica. Di sicuro è necessario risolvere le questioni legate all’iter autorizzativo. Non è possibile, infatti, che ci vogliano decine di passaggi e oltre due anni per ottenere un’autorizzazione. Si tratta di un nodo centrale che è necessario risolvere se si vuole aumentare la competitività della nostra nazione e utilizzare al meglio i fondi del Recovery Found europeo che richiedono progetti serrati, e ben stabiliti. Uno dei primi casi che dobbiamo prendere in considerazione è quello dei terreni nei quali non è possibile la coltivazione food perché inquinati. Bene, queste zone possono essere diretti alla produzione energetica risolvendo il quadro amministrativo, in attesa delle essenziali bonifiche».

«Il 10% delle emissioni climalteranti mondiali sono agricole e questa percentuale in Italia scende al 7% ed in buona parte riassorbita. Da questi dati emerge il fatto che anche se il modo dell’agricoltura è pronto a impegnarsi per l’ambiente non si può fare carico di altri settori. – ha detto durante il suo intervento l’Onorevole Filippo Gallinella, Presidente della Commissione Agricoltura della Camera – Per quanto riguarda il fotovoltaico in agricoltura una serie di proposte del Coordinamento FREE sono condivisibili, ma è necessario che si agisca affinché il reddito agricolo sia integrato da quello energetico e non sostituito. Il fotovoltaico in ambito agricolo deve essere applicato prima di tutto sulle coperture, sui terreni no food come i Sin e sugli specchi d’acqua. Sono disponibili, per esempio, 5.300 ettari di superficie in ambito agricolo sulle coperture, dei quali il 50% potrà essere dotato di sistemi fotovoltaici con 6 miliardi di euro provenienti dal Recovery Found. Qualora non siano ancora stati raggiunti gli obiettivi previsti dalla norma allora si potrà pensare ad un fotovoltaico sospeso, ma non certo in terra in terreni produttivi, e oltre a ciò è necessario che eventuali incentivazioni siano realizzate con attenzione, perché si tratta comunque di importi che poi finiscono in bolletta».

Successivamente il sottosegretario L’Abbate ha risposto a una domanda dal pubblico che chiedeva: «A livello di legislazione alcune regioni vietano lo sviluppo di FV su terreno agricolo (Lombardia, Toscana mette un limite di 8 MW), ci sarà un intervento dal governo centrale?».

«Si tratta di uno degli scopi del gruppo di lavoro che è stato istituito presso il ministero dello Sviluppo Economico. – ha replicato il sottosegretario – È necessaria un’armonizzazione della normativa a livello nazionale perché non è possibile che un’impresa si trovi di fronte a legislazioni diverse sulla stessa questione su base regionale. È un fatto che deve essere superato».

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