La tecnologia, finanziata dalla National Science Foundation, permette di trasformare le argille naturali, che si trovano facilmente in tutto il pianeta, in prodotti murari affidabili, offrendo quindi un'alternativa sostenibile al calcestruzzo tradizionale.
Recenti test hanno dimostrato che il materiale è in grado di raggiungere una resistenza alla compressione di 7,000psi, due volte maggiore rispetto a quella del tradizionale calcestruzzo, e all'acqua e all'erosione chimica.
Se si considera che il calcestruzzo tradizionale ha un grande impatto in termini di emissioni nocive (è responsabile del 6% delle emissioni di CO2 a livello mondiale), l'innovazione della start-up californiana potrebbe giocare un ruolo fondamentale nell'abbattimento dell'inquinamento.
Finora, i geopolimeri sono stati ricavati da ceneri volanti, un sottoprodotto della combustione del carbone, o loppa d'altoforno, un sottoprodotto della produzione di ferro e acciaio. Questi prodotti di scarto industriali sono disponibili solo in corrispondenza di centrali elettriche a carbone e impianti di produzione di acciaio, e non ne vengono prodotti abbastanza per soddisfare la domanda di prodotti in calcestruzzo. Anzicché utilizzare questi materiali, la nuova tecnologia di Watershed Materials sfrutta minerali a base di argilla naturale per formare agglomerati geopolimerici forti.