Per l'Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) il nuovo Piano casa permanente approvato nei giorni scorsi dalla Giunta regionale della Liguria “si configura come un vero e proprio superamento dell’ordinaria pianificazione urbanistica in Liguria”, e se il disegno di legge – che modifica la legge regionale n. 49/2009 – sarà approvato tale e quale anche dal Consiglio regionale “verrebbe ad essere istituzionalizzata la sostanziale deregolamentazione della densificazione di zone urbane anche di pregio”.
Secondo l'Inu il medesimo effetto di facilitazione “si avrebbe per la progressiva lottizzazione delle aree extraurbane, siano esse di presidio che agricole, anche attraverso il trasferimento di volumi da altre parti di città, a condizione di convenzionare la realizzazione delle dovute opere di urbanizzazione con il Comune (con l’aggravante che la Regione avoca a sé l’approvazione delle varianti ai PUC in attesa dell’adeguamento alla nuova normativa da parte degli stessi Comuni)”.
DEREGOLAMENTAZIONE. Inoltre, “ci sarebbe la sostanziale deregolamentazione degli interventi in porzioni di territori prima esclusi come i parchi che possono costituire, in particolare in riferimento alla possibilità di agire sulle pertinenze senza vincoli di destinazione d’uso, un bacino di edificabilità significativo stante le caratteristiche dell’edificato ligure. Si configurerebbe infine una sostanziale libertà di agire senza limitazioni anche su edifici condonati”.
Per l'Istituto nazionale di urbanistica si tratterebbe di “una cura energizzante di un comparto edilizio regionale già sovradimensionato e che fa anche supporre la volontà di legittimare alcune operazioni (in particolare sulla costa) rimaste finora al palo, cura inopportuna perché agisce in un territorio fragile ma di qualità straordinarie già messo a dura prova da usi sconsiderati. Un intervento che rende la deroga e l’eccezione regola e struttura, data la sua configurazione che non prevede limiti temporali”.
“E’ una scorciatoia perversa – conclude - per aggirare quello che viene vissuto dal nuovo esecutivo regionale come un eccesso di regolazioni stratificatesi nel tempo e rette da procedure troppo complicate che, calate in un contesto recessivo come quello attuale, hanno determinato una risposta tanto invasiva e aggressiva. La sfida maestra rimane invece quella di mettere mano a una faticosa ma potenzialmente proficua attività di elaborazione, proposta e diffusione di diversi modelli di governo, tutela e valorizzazione della qualità del nostro territorio, che contempli anche la semplificazione ma in un contesto ordinario e non derogatorio. In tempo utile affinché l’esempio non dilaghi a livello nazionale”.
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