Ancora Superbonus al 110% ma solo per le famiglie con reddito basso: è questa l'ultima novità in tema di bonus edilizi. I fondi per la prosecuzione dell'incentivo arriveranno dalla revisione del PNRR e dalla destinazione di almeno una parte delle risorse del REPowerEU ai bonus energetici. Così facendo si dovrebbe riuscire a liberare risorse fino a 3 miliardi di euro per il Superbonus.
Sono esclusi tutti coloro che non hanno un reddito basso i quali continueranno ad usufruire delle detrazioni come previsto dal nuovo Superbonus proposto dal governo. Anche se potrebbe essere inserito come limite quello di circoscrivere i lavori detraibili al solo efficientamento energetico.
Possibile apertura anche per RSA e case popolari
Il Superbonus 110% potrebbe essere limitato ai lavori nei condomini, nelle case popolari e nelle RSA, secondo l’ipotesi allo studio del governo. "L’apertura da parte del ministro Fitto e questa riprogrammazione degli incentivi, anche se apparentemente minimale, sono una buona notizia per le imprese e anche per molte famiglie in difficoltà. Partire dai redditi più bassi è un criterio che condividiamo, ma il vero problema su cui è necessario intervenire con urgenza sono i crediti incagliati", dice la presidente dell’Ance, Federica Brancaccio.
In arrivo anche moratoria per gli Esodati del Superbonus
Un’altra misura allo studio del MEF è la moratoria per gli Esodati del Superbonus. Tra le soluzioni su cui i tecnici si stanno confrontando c’è l’ipotesi di un blocco dei pignoramenti e delle azioni civili per cittadini, professionisti e imprese che non siano riusciti a incassare i loro crediti. Tra le richieste degli esodati c’è anche quella di cancellare le segnalazioni alla centrale rischi dei soggetti inadempienti. L'Ipotesi sembra tecnicamente molto complesse da realizzare perché richiederebbe una revisione del meccanismo della centrale dei rischi della Banca d’Italia. "Ma per esprimere un parere attendiamo di capire quale sia esattamente la soluzione a cui sta pensando il governo", ha spiegato la presidente dell’Associazione nazionale costruttori edili al Corriere.
Ipotesi salva-cantieri
Tra le misure allo studio c’è anche una proroga dei lavori già in corso. Molti cantieri, dopo le difficoltà dei mesi scorsi, avranno difficoltà a rispettare la scadenza di fine 2023, essenziale per mantenere lo sgravio del 90%, dato che dal 2024 il Superbonus proseguirà con l’aliquota ridotta al 70%. Al momento l’ipotesi su cui si ragiona è quella di una proroga di tre mesi. Ma potrebbe valere solo per chi a una certa data avrà già completato una determinata quota di lavori da stabilire. "L’idea che i cantieri terminino i lavori al 31 dicembre alle condizioni attuali è impensabile. Ma la sola proroga non risolve il problema, se non si trova una soluzione per sbloccare i crediti incagliati - conclude la presidente Brancaccio - .Rinviare il termine di due o tre mesi può avere un senso solo se nel frattempo si lavora a una soluzione per riavviare l’acquisto dei crediti".