Da ieri si parla della
nuova proposta di un riordino dei bonus edilizi con detrazione dal 60 al 100%
da attribuire in base all’ISEE. In proposito la Federazione FINCO che
è composta da 40 Associazioni per oltre 14.000 imprese e 120 mila dipendenti
con un volume di affari superiore ai 30 miliardi di euro ha espresso alcune
considerazioni in merito.
Tra le molte aziende e
associazioni che la compongono, si trovano molti protagonisti dell’efficienza
energetica come per esempio le Associazioni degli infissi e dell'involucro
edilizio (Anfit, Unicedil ed Unicmi); delle schermature solari (Assites);
del verde di coibentazione (Assoverde); delle energie rinnovabili (Aceper,
Assoidroelettrica, Anighp, Fiper); delle porte e chiusure tecniche (Acmi);
delle coperture (Pile) e dei materiali compositi (Assocompositi); dei lucernari
e della ventilazione naturale (Zenital); della contabilizzazione del calore e
dell'acqua (Ancca); delle insegne luminose (Aifil); del drenaggio
delle acque meteoriche (Aises), del comparto degli ascensori (Consorzio
per l'Italia) nonché, infine, Associazioni di categoria molto
importanti seppur di settori contigui come quelle degli Amministratori di
Condomini (Anaci) e dei manager per l'uso razionale dell'Energia (Fire).
Riordino dei Bonus: un’idea condivisibile
La Federazione ritiene
condivisibile l’idea di un complessivo riordino dei bonus edilizi con
il maggiore accorpamento possibile delle aliquote, avendo come criterio
guida quello della semplicità: sia gli utenti che la filiera dei “prescrittori”
(progettisti etc.) devono essere facilitati nella scelta della soluzione più
sostenibile ma al contempo praticabile.
Fondamentale intervenire sull’efficientamento energetico
Il Libro Bianco
FINCO-ENEA del 2004 già registrava il 45% dei consumi energetici nazionali
per costruzione e gestione edifici, con conseguente emissione di CO2.
A livello europeo già si parlava del 40% di consumi nella versione 2010 della Direttiva EPBD (Energy Performance of Building Directive - progenitrice della Direttiva “Case Verdi” attuali). La necessità di intervenire sull’efficientamento degli edifici è, quindi, evidente.
Gli interventi
necessari ed opportuni non devono, però, andare contro il principio della “Neutralità
Tecnologica” e favorire, quindi, alcune soluzioni (e quindi categorie di
operatori e prodotti) invece di altre.
Necessario altresì
garantire il giusto equilibrio tra interventi singoli e a “pieno edificio”,
lasciando la scelta alle capacità/possibilità dei cittadini.
Importante che il
riordino dei bonus edilizi non diventi uno strumento per operazioni improprie
come l’applicazione estensiva di alcuni CCNL (come quello dell’edilizia, per
esempio) ad attività che non sono strettamente edili, in nome di una
“qualificazione” che non si ottiene con l’applicazione di un contratto
generalista, ma di un CCNL specifico per le attività svolte. È altresì
necessario prevedere in alcune fattispecie la proroga degli istituti della
cessione del credito e dello sconto in fattura.
Gli interventi da prendere in considerazione
Gli interventi sull’intero
edificio dovrebbero arrivare a una detrazione del 90/80% con miglioramento
di due classi energetiche; per gli interventi “singoli”
dovrebbero essere mantenute le attuali detrazioni del 50/65%.
Per quanto riguarda
l’installazione di serramenti: in ipotesi, si potrebbe pensare ad un
doppio binario con un recupero della detrazione in 3 anni per interventi fino a
20mila euro, ed un recupero fino a 10 anni per interventi fino all’importo
massimo attualmente previsto di 60mila euro.
In merito alla trasmittanza termica, si tratta una scelta tecnico-politica, non solo tecnica, e come tale dovrebbe rimanere senza arrivare alla richiesta di prestazioni eccessive, il cui costo-beneficio potrebbe non essere bilanciato. Il problema, in questo momento, non è la trasmittanza dei serramenti, già molto performante, quanto, per esempio, la capacità tecnica dei posatori che incide molto sulle prestazioni dei serramenti.
Per questa ragione si
potrebbe ipotizzare una maggiore aliquota di detrazione o un minore tempo di
recupero fiscale, anche a fronte di importi più elevanti, nel caso in cui gli
interventi vengano eseguiti in conformità alla norma UNI 11673 parti 1, 2, 3 e
4. Gli incentivi per “finestre comprensive di infissi”, andrebbero
riportati al 65% anche se non trainati.
Analogamente per gli
incentivi per schermature solari (che andrebbero riportati al 65%
anche se non trainati). Dovrebbero essere previsti incentivi per impianti
e sonde geotermici e per teleriscaldamento efficiente. Necessari
incentivi anche per la riduzione di consumi idrici e la raccolta/riutilizzo
delle acque meteoriche.
Per quanto riguarda i
Condomini, dovrebbero essere consentiti quorum che facilitino decisioni
nelle assemblee condominiali con possibilità di prestiti garantiti, oltre
che di sconto in fattura, per i cittadini incapienti.
La ripartizione delle detrazioni dovrebbe essere compresa in un periodo da 3 a 10 anni o, eventualmente, in tempi più brevi, sempre a scelta del contribuente, per interventi di basso importo. Necessario chiarire che, per “superamento di barriere architettoniche”, si intende qualsiasi forma di intervento idoneo a migliorare la fruibilità del costruito, ivi incluse le motorizzazioni di chiusure e schermature solari, da parte di soggetti con funzionalità limitata/ridotta.
Molto importante anche prevedere specifiche forme di incentivo in merito alla installazione/sostituzione dei contabilizzatori di acqua e calore. A parità di aliquota di detrazione è necessario garantire lo sconto in fattura solo per alcune categorie di cittadini particolarmente disagiate con reddito ISEE fino a euro 30.000.
Va prevista la
presenza delle insegne di esercizio e le dotazioni fisse ad esse afferenti tra
gli interventi impiantistici specialistici ammessi a forme di sostegno, come
l’esclusione dal reddito di impresa, con aliquote crescenti in caso di
alimentazione con pannelli fotovoltaici, di utilizzo di materiali
riciclati, etichettature energetiche o componentistica europea.
Inoltre, con riferimento alla ex Legge n. 124 del 7 agosto 2015, le pratiche autorizzative di adeguamento dell’edificio, dovrebbero già comprendere l’efficientamento dell’insegna di esercizio, senza bisogno di ulteriori permessi ed autorizzazioni.
Le direttrici del nuovo riordino
Nel complessivo riordino
degli incentivi - che potrebbero anche essere direttamente proporzionali
all’efficientamento ed inversamente proporzionali al reddito - è necessario,
comunque:
- Mantenere il punto fermo di incentivi
dalla percentuale significativa per i singoli interventi;
- Valutare altre variabili: come ad
esempio, l’età del contribuente, il tempo di recupero scelto per le detrazioni,
l’entità dell’importo portato in detrazione, ecc.
Necessaria in
ogni caso la consultazione degli operatori del settore per la
predisposizione della normativa di riordino della materia; ivi incluse le
imprese specialistiche.