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OICE: necessario un piano Marshall per non fare chiudere progettisti e imprese

Bene il primo bimestre delle gare di progettazione, ma forti timori per la tenuta nei prossimi due mesi per l'emergenza sanitaria ed economica

martedì 17 marzo 2020 - Redazione Build News

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Febbraio sprint per la progettazione: +87,7% in numero e +20,6% in valore; in crescita gli appalti integrati, 47; 36 gli accordi quadro per 41,8 milioni. Sono questi, in sintesi, i dati dell’Osservatorio OICE - Informatel sulle gare pubbliche per servizi di ingegneria e architettura che così commenta il Presidente Gabriele Scicolone:

È difficile commentare i dati positivi del nostro settore relativamente al primo bimestre 2019, in un momento così triste per il nostro Paese duramente colpito dall’emergenza sanitaria. Certamente ci ritroviamo in uno scenario completamente modificato dall’oggi al domani. I nostri associati hanno dimostrato da subito grande impegno e organizzazione nel reindirizzare le attività produttive in modalità smart working, facendo fronte agli impegni con i committenti, fra mille difficoltà. Continuare a progettare significa permettere a tutta la filiera delle costruzioni non solo di continuare ad operare ma di farsi trovare pronti a ripartire al massimo, appena sarà possibile, con progetti già pronti e virtualmente cantierabili. Perché questo avvenga servono però due cose fondamentali: committenti pubblici e privati che condividano questa esigenza e norme ad hoc a tutela dei rapporti contrattuali. Di questo, soltanto marginalmente abbiamo trovato traccia nel decreto Cura Italia, stando ai testi di ieri, e ce ne spiace.

C’è grande preoccupazione da parte di tutti gli operatori economici che temono che, in mancanza di un disposto ad-hoc da parte del Governo, si ritroveranno, finita l’emergenza, a fare i conti con contratti che sono rimasti vigenti e che potrebbero quindi portare ad applicazione di penali per mancato rispetto dei termini. Può sembrare cinico a dirsi, ma dobbiamo affrontare la realtà e, ci spiace doverlo sottolineare in questo clima generalizzato di solidarietà collettiva, molti dei nostri associati si sono sentiti dire, durante le scorse settimane, dai propri committenti proprio questo: i termini contrattuali per le consegne non si modificano! E’ facile allora preconizzare la conflittualità che si genererà una volta passata l’emergenza (auguriamoci presto!).

Nel decreto legge COVID-ter troviamo una norma che fa da scudo in sede giudiziaria per le richieste di danni; avremmo invece preferito che si escludesse espressamente l’applicabilità ai contratti in essere di penali per ritardati adempienti dovuti all’emergenza sanitaria, ma ci auguriamo che questo possa avvenire al più presto con un nuovo intervento legislativo, peraltro annunciato dal Presidente del Consiglio. Poi si dovrebbe procedere rapidamente alla firma dei contratti relativi a procedure già aggiudicate per dare continuità agli accordi quadro già stipulati. Sono tutele a costo zero per le quali chiediamo che le amministrazioni siano al nostro fianco in questo delicato momento. Purtroppo prendiamo atto che non si è ancora percepito che questo momento può distruggere il tessuto delle imprese italiane se il posticipo del pagamento dell’IVA e contributi per le società sopra i 2 milioni di euro sarà solo di una settimana. E’ semplicemente ridicolo pensare che ciò possa aiutare le imprese che si troveranno nel mese di marzo un calo degli incassi semplicemente drammatico e già a maggio non riusciranno a pagare gli stipendi. Il Governo deve capire che i prossimi due mesi saranno cruciali per le imprese e, se veramente vuole sostenerle, deve adottare misure adeguate e fortissime. Il vero problema dei prossimi due mesi sarà la tenuta delle “casse” delle società. Occorre quindi posticipare i pagamenti IVA per tutte le imprese di almeno 2 o 3 mesi.

Dal Governo ci aspettiamo misure più incisive e anche che vari un poderoso “piano Marshall” per le opere pubbliche, alimentando la domanda, snellendo procedure amministrative che in emergenza non hanno più senso e mettendo in condizioni il settore di non capitolare anche perché solo la domanda in opere pubbliche potrà risollevare parte dell’economia italiana una volta usciti vincitori da questa prova.

Dopo il buon risultato di gennaio, a febbraio il mercato si conferma quindi con un risultato molto positivo: le gare di sola progettazione sono state 426 (di cui 118 sopra soglia) per un importo di 70,1 milioni di euro (51,1 sopra soglia); rispetto a gennaio il numero cresce del 74,6% e il valore del 45,6%; rispetto a febbraio 2018 +87,7% in numero e +20,6% in valore. Come in gennaio anche in febbraio è molto rilevante l’apporto degli accordi quadro: sono stati 26 con un valore di 20,0 milioni di euro (28,5% del valore totale dei bandi di progettazione).

Per i servizi di progettazione nel bimestre 2020 sono state bandite 670 gare per un importo complessivo di 118,3 milioni di euro che, confrontati con il primo bimestre 2019, mostrano incrementi nel numero del 61,4% (+76,5% il sopra soglia) e del 35,9% nel valore (+25,4% sopra soglia).

Il mercato di tutti i servizi di ingegneria e architettura nel mese di febbraio mostra una forte tendenza alla crescita: le gare pubblicate sono state 671 con un valore di 181,3 milioni con un +69,0% nel numero, e +61,9% nel valore su febbraio 2019. Rispetto al mese di gennaio il numero cresce del 35,6% e il valore del 18,6%. Nel mese di febbraio gli accordi quadro sono stati 36 con un valore di 41,8 milioni di euro (il 23,1% del valore totale). Nel primo bimestre 2019 per tutti i servizi di ingegneria e architettura sono state bandite 1.166 gare per un importo complessivo di 334,2 milioni di euro che, confrontati con il primo bimestre 2019, mostrano incrementi del 58,6% nel numero (+100,0% il sopra soglia) e del 76,8% nel valore (+95,5% sopra soglia).

Sono sempre molto alti i ribassi con cui le gare vengono aggiudicate, in base ai dati raccolti fino alla fine del mese di febbraio il ribasso medio sul prezzo a base d'asta per le gare indette nel 2016 è al 42,8%, per quelle indette nel 2017 il ribasso arriva al 40,7%. Le notizie sulle gare pubblicate nel 2018 attestano un ribasso del 40,0%, mentre le prime notizie sulle aggiudicazioni di gare bandite nel 2019 danno un ribasso medio del 39,1%, in calo rispetto agli anni precedenti.

Le gare italiane pubblicate sulla gazzetta comunitaria sono passate dalle 77 unità del mese di febbraio 2019, alle 181 del mese appena trascorso, con un aumento del 135,1%. Nell’insieme dei paesi dell’Unione Europea il numero dei bandi presenta, nello stesso mese, una crescita del 15,5%. E’ sempre modesta, anche se in crescita, l’incidenza del nostro paese che si attesta al 6,0%, un dato di gran lunga inferiore rispetto a quello di paesi di paragonabile rilevanza economica: Germania 27,3%, Francia 22,6%, Polonia 10,7%.

Nel mese di febbraio 2020 il valore delle gare miste, cioè di progettazione e costruzione insieme (appalti integrati, project financing, concessioni di realizzazione e gestione) ha raggiunto i 447,8 milioni di euro, con 85 bandi, rispetto al 2019 il valore scende del 24,3% e il numero sale del 93,1%. Gli appalti integrati da soli in febbraio sono 47 per 325,8 milioni di euro di lavori, +487,5 in numero e +666,3% in valore su febbraio 2019. Il valore dei servizi di ingegneria incluso negli appalti integrati nel mese di febbraio 2020 è stimabile in 4,08 milioni di euro, era stato di 2,7 milioni di euro nel 2019, è quindi cresciuto del 77,6%.

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