Mentre con riferimento agli oneri di urbanizzazione “è pacifica la relazione con l’aggravio del carico urbanistico e con la necessità di predisporre i servizi utili all’effettivo utilizzo di un determinato immobile da edificare”, gli oneri aggiuntivi da impatto acustico “sono dovuti soltanto nel caso in cui l’intervento assentito non sia compatibile con la regolamentazione predisposta in materia”.
Lo ha precisato il Consiglio di Stato, quarta sezione, con la sentenza n. 4950/2015 depositata il 29 ottobre.
IL CASO. Nel caso esaminato dal Collegio, all’esito del procedimento istruttorio inerente alla realizzazione del nuovo edificio, l’Amministrazione ha chiesto il pagamento dell’importo di 26.620 euro a compensazione delle spese da sostenere per gli interventi di mitigazione acustica resi necessari dalla nuova edificazione. “A ben vedere – osserva Palazzo Spada - non c’è correlazione con la destinazione finale del fabbricato e, cioè, con l’aggravio o meno del relativo carico urbanistico: ciò che interessa è che la titolare del titolo edilizio corrisponda il quantum necessario al Comune per intervenire sull’infrastruttura stradale in modo da consentire il rispetto dei vincoli acustici imposti dalle normative di settore”.
La corresponsione degli oneri da impatto acustico costituisce la modalità di reperimento delle risorse necessarie all’Amministrazione per poter procedere all’intervento sulla rete viaria.
Nella sentenza depositata il 29 ottobre, il Consiglio di Stato ribadisce inoltre il non pagamento degli oneri di urbanizzazione in caso di un intervento di sostituzione edilizia che non comporti un aumento del carico urbanistico.