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Online i dati del primo osservatorio sui RUP

All’indagine hanno partecipato quasi 10 mila Responsabili Unici del Procedimento prevalentemente appartenenti alle amministrazioni comunali. Il 60% è in possesso di un’abilitazione per l’esercizio della professionale

mercoledì 5 luglio 2023 - Franco Metta

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È disponibile online il Primo Rapporto “Osservatorio RUP 2023 - criticità, soluzioni e fabbisogni formativi” realizzato dal MIT, in collaborazione con SNA, IFEL e ITACA con il piano nazionale di formazione per la professionalizzazione del Rup (PNRR Accademy).

Il Rapporto è stato elaborato sulla base dei risultati di un’indagine (svoltasi nel febbraio 2023) che ha coinvolto, per la prima volta in Italia, quasi 10mila Responsabili Unici del Procedimento che hanno compilato i questionari proposti. Questa platea numerosissima di addetti ai lavori ha consentito di mettere a fuoco le principali criticità che incontrano i RUP italiani nelle diverse fasi dei procedimenti, oltre a definire le proposte che potrebbero permettere il superamento di tali difficoltà e i fabbisogni formativi in risposta ai quali creare percorsi specifici.

I dati dell’Osservatorio

Hanno risposto all’indagine per la precisione un totale di 9.555 Rup ripartiti per il 44% al nord, il 24% al centro e il 32% nel Mezzogiorno. La maggior parte dei Rup (41,2%) risulta appartenente alle amministrazioni comunali. Il 60% di essi inoltre è in possesso di un’abilitazione per l’esercizio della professionale, dove troviamo prevalentemente ingegneri (2.323), architetti (1.424), geometri (798) e avvocati (525).

La natura delle competenze professionali risulta per il 58% dei casi tecnico-ingegneristica, per il 22% amministrativa, giuridica (9%), economica (6%) o per altre tipologie (6%). Tra colo in possesso dell’abilitazione professionale ben l’80% è idoneo al settore Lavori mentre la percentuale scende al 54% per il settore Forniture e servizi.

Gli interpellati hanno risposto sulle principali criticità incontrate per ciascuna fase del procedimento (programmazione, progettazione, affidamento, esecuzione) e anche più in generale per tutte le fasi, dove al primo posto figura “la carenza di personale”, al secondo “gli eccessivi carichi di lavoro” e al terzo “l’elevato grado di responsabilità personale”.

I Rup non si sono limitati a segnalare criticità ma hanno anche avanzato proposte per ciascuna delle fasi: per esempio suggerendo lo “snellimento dell’iter di adozione e approvazione”, una “migliore definizione dei ruoli e delle responsabilità dei Rup”, la “redazione di bandi e disciplinatori tipo per lavori e clausole su principali aspetti di contenzioso” oppure la ”razionalizzazione delle banche dati”.

Infine l’indagine condotta ha riguardato i fabbisogni formativi, per ambiti specifici, al fine di individuare eventuali gap di conoscenza oppure per individuare quali corsi di formazione sono stati seguiti. Particolare attenzione è stata rivolta alle cosiddette soft skills, sia in termini di fabbisogno di conoscenza sia di gap di conoscenza.

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