Il Ministero dell'Ambiente ha pubblicato sul suo sito il “Catalogo dei sussidi ambientalmente favorevoli e dei sussidi ambientalmente dannosi 2016”, in attuazione di quanto disposto all'articolo 68 del 'Collegato ambientale' (legge 28 dicembre 2015, n. 221).
Secondo il disposto di cui al predetto art. 68 della L. n. 221/2015 “i sussidi sono intesi nella loro definizione più ampia e comprendono, tra gli altri, gli incentivi, le agevolazioni, i finanziamenti agevolati, le esenzioni da tributi direttamente finalizzati alla tutela dell’ambiente”, definizione che collima con quella dell’OCSE, ampiamente condivisa dalla maggior parte della comunità scientifica.
A livello di classificazione, il Catalogo suddivide i sussidi in due principali categorie: sussidi diretti (leggi di spesa) e spese fiscali (o sussidi indiretti); restano al momento esclusi i sussidi impliciti.
Il Catalogo – in allegato - ha lo scopo di sostenere il Parlamento e il Consiglio dei Ministri nella definizione delle politiche ambientali tese ad accogliere le raccomandazioni comunitarie e internazionali. Questa prima edizione ha come obiettivo principale l’individuazione dei sussidi ambientalmente rilevanti e valutati dal Gruppo di lavoro in SAF (Sussidio Ambientalmente Favorevole), SAD (Sussidio Ambientalmente Dannoso) o incerti (Cap. 4). Quest’ultima valutazione è attribuita nei casi in cui, al momento, vi è una difficoltà a stabilire l’effetto dell’impatto ambientale ad esso associato (negativo o positivo), rinviando un loro approfondimento alle successive edizioni del Catalogo.
Il Catalogo verrà infatti aggiornato, arricchito e possibilmente completato, a seguito degli approfondimenti e delle collaborazioni attivate, entro il 30 giugno di ogni anno.
Inoltre, il Catalogo ha previsto l’individuazione di alcuni sussidi che, sebbene non ambientalmente rilevanti e quindi neutrali dal punto di vista ambientale (SAN), sono considerati di interesse perché con una loro piccola modifica o integrazione, possono facilmente trasformarsi in SAF.
Il Catalogo analizza i sussidi suddivisi per i diversi settori: agricoltura, energia, trasporti, IVA e altri sussidi, considerando sia le spese fiscali sia i sussidi diretti, con riferimento agli effetti finanziari al 2016.
Il Catalogo dei sussidi si pone come utile strumento: a) per individuare l’area di intervento per una possibile riforma della fiscalità generale, in applicazione del PPP (il “principio chi inquina paga”) che migliori il funzionamento del mercato; b) per individuare misure che contribuiscano a una riforma fiscale ambientale (riduzione della pressione fiscale che grava sul fattore produttivo lavoro e sulle imprese con il contestuale recupero di gettito mediante forme di fiscalità ambientale che colpiscano consumi e produzioni dannosi per l’ambiente); c) e, soprattutto, volto a individuare aree di riduzione delle spese fiscali in generale.
Questi i suggerimenti di policy risultanti dal Catalogo:
- la necessità di un’attività di “verifica d’impatto ambientale dei sussidi”, anche in fase di predisposizione delle misure fiscali o di spesa (valutazione ex ante);
- un allineamento all’aliquota “normale” dell’IVA per i beni dove l’agevolazione – riducendo lo stimolo di prezzo a consumi più efficienti di prodotti con effetti ambientali particolarmente dannosi – determina un impatto distorsivo;
- l’applicazione di requisiti ambientali ai sussidi per migliorare il loro livello di merito ambientale, favorendo una loro eventuale futura evoluzione in sussidi favorevoli per l’ambiente;
- trasferire il carico fiscale da lavoro e capitale a consumi, beni immobili e ambiente, assicurando la neutralità fiscale quale strumento di riduzione del cuneo fiscale sul lavoro.