Durante il question time alla Camera, il ministro alle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio, ha precisato che, per le opere all'interno dell'Expo 2015 di Milano, nessuna autocertificazione ha sostituito i certificati di collaudo.
L'interrogazione verteva sul regolare collaudo delle opere e degli impianti realizzati per Expo Milano 2015. “È stato detto che, mancando il tempo sufficiente per collaudare le opere, si procederà con il sistema delle autocertificazioni da parte degli stessi progettisti. Siamo a chiedere se questo sia vero”, ha chiesto una deputata.
DUE TIPI DI MANUFATTI. Nella sua risposta, Delrio ha riportato quanto rappresentato dal commissario unico del Governo per Expo 2015. “Il commissario – ha detto Delrio - ha evidenziato che esistono due tipi di manufatti, quelli di cui Expo è stazione appaltante, e i cui progetti sono stati vagliati e approvati dalla conferenza dei servizi, e quelli, invece, che non sono appaltati da Expo, ma sono self-build, progettati e realizzati dai Paesi partecipanti.
Per quanto riguarda la prima categoria, il commissario garantisce che si procederà ai collaudi tecnico-amministrativi secondo le previsioni e i tempi previsti dal Codice dei contratti pubblici, tramite commissioni di collaudo specificamente incaricate. Per consentire l'apertura al pubblico, la società Expo sta procedendo, secondo quanto previsto dall'articolo 230 del decreto del Presidente della Repubblica n.?207 del 2010, alla presa in consegna anticipata dei manufatti di competenza della stessa. Il citato articolo prevede, infatti, che la stazione appaltante, se ha necessità di occupare l'area, possa utilizzarla appunto, prima che venga l'emissione dell'apposito certificato di collaudo provvisorio.
Per quanto riguarda, invece, i manufatti costruiti e progettati dai Paesi partecipanti, i progetti sono passati al vaglio della conferenza di vigilanza integrata, costituita ad hoc, che ne ha esaminato i profili architettonici e strutturali. Per poi consentire l'apertura al pubblico dei padiglioni self-built, il commissario unico precisa di avere disposto una procedura con ordinanza, che prevede, in sostituzione del sopralluogo di verifica dei singoli padiglioni – fatto comunque salvo il potere ispettivo della stessa CVI-Expo –, una prestazione da parte del direttore dei lavori ovvero di un professionista abilitato.
Per tali ragioni il direttore dei lavori produce la comunicazione di fine lavori e l'attestazione di agibilità in cui, oltre alle dichiarazioni pre-indicate, attesta anche, sotto la propria responsabilità civile e penale, che eventuali e sopravvenute modifiche progettuali in fase di esecuzione dell'opera non alterano l'integrità, la volumetria e la destinazione funzionale dei padiglioni, delle strutture e dei rispettivi locali interni. Tra le comunicazioni richieste, unitamente alle attestazioni di cui sopra, è sempre presente il certificato di collaudo statico e la certificazione di conformità alla normativa vigente degli impianti, che non vengono pertanto sostituiti da alcuna autocertificazione”.
“RISPOSTA INSODDISFACENTE”. Un altro deputato - Andrea Vallascas - non si è detto soddisfatto della risposta. “Vorrei citare, visto che comunque ha detto che non viene usata l'autocertificazione, che comunque l'autocertificazione in realtà esiste in Italia – ha ricordato Vallascas - ed è una prassi comunque pericolosissima e diffusa tra le amministrazioni pubbliche in funzione di una presunta e falsa celerità e efficienza dei processi autorizzativi. Nella realtà, l'esperienza dimostra che questo modo aumenta scartoffie, tempi e costi e permane sempre l'incertezza sugli esiti finali dei controlli”.