La trasformazione degli spazi urbani si compie anche attraverso quei luoghi di comunità, come gli oratori e i centri di aggregazione, in cui la ricerca, lo studio e le proposte più innovative sono chiamate a tracciare inedite soluzioni progettuali rispondenti alle nuove esigenze aggregative, alla ricerca della qualità architettonica e della sostenibilità ambientale. È in questa prospettiva che ha preso forma il progetto del nuovo oratorio di Rezzato, in provincia di Brescia, curato dallo Studio associato di architettura Pietrobelli e Zizioli e nato dalla volontà di realizzare un intervento emblematico: un'unica struttura sostenibile per le tre parrocchie presenti sul territorio comunale. Nato dal dialogo tra vari soggetti della comunità (privati, amministrazione comunale, parrocchie, scuole, associazioni) per realizzare spazi e luoghi fortemente condivisi, il progetto mette in luce un nuovo ruolo dell’architetto: quello di essere un 'sensore' delle istanze sociali di un territorio, chiamato a ricercare nuovi processi progettuali finalizzati alla riqualificazione dell’esistente nel segno di un’architettura di qualità ed ecosostenibile.
Il dato distintivo del nuovo oratorio di Rezzato è proprio la sostenibilità ambientale, perseguita attraverso scelte tecnologiche, costruttive e impiantistiche all'avanguardia - impiego di un sistema costruttivo a secco, pannelli fotovoltaici, tetti verdi e serre solari - che rendono l’oratorio un edificio ad energia quasi zero. I dispositivi ad elevate prestazioni tecnologiche si coniugano con l'uso di materiali naturali ed ecologici come la locale Pietra di Botticino per la pavimentazione dei portici, il legno per le strutture delle pareti dell’involucro edilizio e per la facciata e i.idro Drain di Italcementi, conglomerato cementizio per pavimentazioni esterne continue con altissima capacità drenante. È stato, inoltre, attivato su base volontaria il protocollo di sostenibilità energetico-ambientale Itaca al fine di orientare le scelte progettuali verso il risparmio di risorse naturali e una buona qualità abitativa interna.
La condivisione progettuale
L’intervento per la sua attenzione ai temi della sostenibilità ambientale, sociale, pastorale ed economica ha coinvolto diversi attori nel processo di trasformazione urbana quali i committenti, la Curia diocesana di Brescia, i progettisti, gli amministratori, le famiglie, le associazioni di volontariato e le scuole del territorio - spiegano gli architetti Laura Pietrobelli ed Emanuela Zizioli dello Studio associato di architettura Pietrobelli e Zizioli di Rezzato -. L’approccio sistemico, la progettazione integrata e coordinata e il rapporto continuo e costante con la committenza hanno messo in luce la funzione sociale dell’architetto, chiamato non solo a progettare ma anche a tradurre le esigenze di fruizione di chi tutti i giorni vive lo spazio oratoriale.
La progettazione integrata come strumento di sostenibilità generale del processo edilizio
La configurazione e la soluzione architettonica di un progetto è sempre il frutto di una profonda analisi dei bisogni della committenza, dello studio del luogo e delle inderogabili esigenze di funzionalità del sistema edificio - proseguono gli architetti -. La configurazione planimetrica dell’oratorio è il risultato di una lunga analisi preliminare di funzioni e spazi necessari alla attività ed è stata realizzata non solo attraverso riunioni con la committenza e con i vari referenti ma anche attraverso questionari, sopralluoghi e assemblee pubbliche. Fin da subito il processo di progettazione, durato circa due anni, ha coinvolto un team di professionisti per poter pianificare ogni aspetto strutturale, ingegneristico e impiantistico che si è poi tradotto in opera architettonica.
Il contesto e l’aspetto ambientale
Con una superficie fuori terra di circa 2.700 mq, il progetto ha riqualificato un’area precedentemente urbanizzata, non ha comportato consumo di suolo e non ha modificato i caratteri tipologici, materici e costruttivi dell’insediamento adiacente ma dialoga con le preesistenze attraverso un linguaggio contemporaneo. Profili, materiali e colori risultano, infatti, congruenti con quelli dei fabbricati adiacenti. I nuovi collegamenti pedonali e ciclabili contribuiscono a valorizzare i beni culturali presenti nelle vicinanze e risolvono molte delle criticità attuali del sito. Il progetto si rapporta inoltre con i valori simbolici attribuiti dalla comunità locale al sito destinato da anni ad oratorio: un oratorio “a soglia zero”, accessibile alle diverse fasce di utenza, permeabile verso lo spazio pubblico, in parte confinato e in parte aperto verso la pubblica via.
Soluzioni strutturali e ingegneristiche
Molte soluzioni architettoniche derivano da esigenze funzionali o di sostenibilità ambientale e il progetto ha privilegiato una tecnologia costruttiva prefabbricata e a secco che è stata oggetto di una lunga analisi.
La struttura realizzata - spiega Pietrobelli - coniuga due differenti tipologie di prefabbricazione: calcestruzzo armato per il telaio portante e legno per le pareti perimetrali altamente isolate. Tale soluzione risulta idonea a questa destinazione d’uso perché la struttura portante in calcestruzzo ha consentito di realizzare solai con grandi luci e carichi di progetto, liberando gli spazi interni. Il rivestimento esterno della sala ovale, rivestito con listelli di 5 x 10 cm in legno lamellare di abete (Picea Abies) impregnato con 3 mani di finitura protettiva color Wengè, è una “seconda pelle” dell’edificio che cela la fitta rete di canalizzazione impiantistica predisposta all’esterno. Questo secondo involucro permeabile, consente inoltre l’accesso in sicurezza agli addetti della manutenzione senza sottrarre spazio utile all’interno dell’edificio. Inoltre, le pareti leggere a secco raggiungono facilmente le alte performance energetiche di un edificio ad energia quasi zero come questo, in classe A.
Il primo oratorio NZEB a livello nazionale
Quello di Rezzato è, infatti, il primo edificio in classe A e ad energia quasi zero del territorio comunale e della Diocesi di Brescia ed è il primo oratorio NZEB a livello nazionale.
L’obiettivo era la realizzazione di un oratorio sostenibile, a servizio dei giovani e delle famiglie delle comunità parrocchiali di Rezzato e Virle che prevedesse la realizzazione di uno spazio moderno, flessibile e accogliente per la collettività - sottolinea Zizioli -. La sostenibilità, intesa come somma di aspetti differenti della vita sociale, del territorio e delle esigenze di sviluppo della comunità è stata quindi il filo conduttore che ha guidato ogni scelta progettuale e l’intervento ha potenziato la qualità ecologica complessiva raggiungendo alte prestazioni energetiche. Essendo un edificio ad energia quasi zero, anche la parte impiantistica ha svolto un ruolo fondamentale e la progettazione coordinata sin dalle prime fasi ha permesso la migliore integrazione con le soluzioni architettoniche nel segno della riduzione dei costi di gestione.
Gli spazi interni
La distribuzione planimetrica di progetto procede in continuità con quella del preesistente oratorio: il fabbricato principale (su due livelli) ospita le aule di catechismo, sale di ritrovo, bar con cucina ed area amministrativa. L'accesso principale avviene da una nuova area pedonale situata in adiacenza alla sala del Consiglio comunale: un grande portico connette due bassi volumi alla grande sala ovale della comunità. L’accesso carraio dell’adiacente piazzetta-parcheggio consente di accedere agli spazi interni ed all’interrato dove sono collocati i magazzini e i parcheggi pertinenziali. Un piccolo edificio che si affaccia sulla piazzetta pubblica ospita i locali dedicati alle associazioni. La sala polivalente della comunità si propone quale elemento cardine del progetto in cui è possibile svolgere diverse funzioni: assemblee, mostre, concerti, anche grazie all’uso delle recenti tecnologie. L’apertura del palco verso gli spazi esterni consente, inoltre, la realizzazione di concerti o spettacoli all’aperto.
Gli spazi esterni
Negli spazi esterni sono state realizzate aree a verde e ampie aree drenanti a cui grande attenzione è stata posta alla scelta del materiale della pavimentazione esterna che si è concretizzata con l’utilizzo di i.idro Drain, un'innovativa formulazione di calcestruzzo per pavimentazioni continue con un'altissima capacità drenante, sviluppata da Italcementi. Le aree da gioco prevedono spazi attrezzati per i bambini e campi per le diverse tipologie di gioco (calcio a 7, beach volley e piastra polifunzionale). In prossimità dei campi è previsto inoltre un corpo edilizio che ospiterà servizi, magazzino e spogliatoi per atleti.
I.idro Drain per le pavimentazioni continue
Il progetto risponde all'esigenza di garantire una pavimentazione planare, accessibile alle varie fasce di utenza, utilizzabile per le diverse funzioni (giochi, area pranzo, sedute), carrabile e soprattutto permeabile per garantire la superficie filtrante richiesta dal Pgt - concludono gli architetti -. È stato scelto di utilizzare il calcestruzzo drenante i.idro drain realizzato con cemento bianco proveniente dalla locale cementeria Italcementi di Rezzato- Mazzano in quanto garantisce, in funzione della granulometria utilizzata per la sua composizione, le prestazioni richieste. L’utilizzo di un materiale drenante, per oltre 800 mq di superficie continua, ha permesso anche di annullare la realizzazione e la relativa manutenzione di caditoie e tubazioni che sono invece necessarie per la raccolta di acqua quando vengono utilizzate pavimentazioni impermeabili.