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Ordini e Collegi professionali, verso la meta la riforma dei sistemi elettorali

Adeguata rappresentanza di genere e riduzione del numero delle preferenze. Le anticipazioni del sottosegretario alla Giustizia rispondendo a una interpellanza alla Camera

mercoledì 3 maggio 2017 - Redazione Build News

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Lo scorso 2 marzo, a margine dell'Assemblea della Rete delle Professioni Tecniche, il coordinatore Armando Zambrano ha inviato una nota al Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, con la quale la RPT ha richiesto un incontro urgente in merito alla necessità di una improcrastinabile riforma dei sistemi elettorali degli Ordini e Collegi, sia nazionali che territoriali.

“Poiché si stanno approssimando le scadenze elettorali dei consigli territoriali, in particolar modo di dottori agronomi e dottori forestali, di ingegneri, di architetti, di chimici e di geologi, previste nel corso dei prossimi mesi, sarebbe fondamentale una revisione della disciplina normativa recante le modalità di elezione e la composizione degli organi territoriali e nazionali di governo delle professioni, di cui al dPR. 8 luglio 2005, n. 169, avendo rilevato numerose criticità nell’attuale sistema elettorale”, si legge nella nota.

“In considerazione dell’imminente avvio delle fasi elettorali di rinnovo dei Consigli territoriali, si propone, nell’immediato, di uniformare le date di indizione delle elezioni per tutti gli Ordini e Collegi d’Italia, che allo stato sono diverse e frammentate, allineando temporalmente tutte le elezioni dei Consigli territoriali nel 4° trimestre dell’anno di scadenza, entro e non oltre il prossimo 31 dicembre 2017, in modo da predisporre per tempo le nuove regole elettorali e così permettendo di svolgere le elezioni con la riforma del dPR. 8 luglio 2005, n. 169 che il Ministero avrebbe la possibilità di approvare”.

LE ANTICIPAZIONI DEL SOTTOSEGRETARIO ALLA GIUSTIZIA. In proposito, lo scorso 28 aprile il Sottosegretario di Stato per la Giustizia, Cosimo Maria Ferri, ha risposto alla Camera a una interpellanza urgente presentata dall’On. Andrea Mazziotti Di Celso (CI).

Ecco il testo della risposta del sottosegretario.

Il Ministero si è attivato ad un ripensamento della disciplina elettorale nell'ambito di una serie di incontri con le categorie professionali interessate, e proprio in questa prospettiva va confermato che è stato avviato lo studio di un intervento normativo di riforma dei sistemi elettorali di ordini e collegi, sia territoriali sia nazionali, ispirato dall'esigenza di garantire e realizzare gli obiettivi di rappresentatività e di maggiore democrazia e rinnovamento.

Come comunicato dalla competente articolazione ministeriale, il progetto normativo è attualmente in fase di avanzata istruttoria.

L'onorevole Mazziotti Di Celso parlava di urgenza, di necessità, io posso confermare e assicurare che, per quanto riguarda il Ministero, si sia in una fase di avanzata istruttoria, ma voglio dire qualcosa di più, siamo in dirittura d'arrivo per dare alla luce queste modifiche, dopo aver davvero interloquito con tutti i soggetti e fatto un'istruttoria davvero completa. Trattasi di un'istruttoria articolata e complessa, in ragione della problematicità del settore dei procedimenti elettorali da disciplinare, settore che, nel vigore della vigente disciplina, ha dato luogo anche ad un purtroppo consistente contenzioso.

L'intervento riformatore, inoltre, riguarda un numero considerevole di professionisti ed un panorama di categorie portatrici di interessi non sempre univoci, va detto, con la conseguente necessità di orientare i sistemi elettorali in funzione delle peculiarità e delle caratteristiche anche numeriche di ciascun ordine professionale. È intendimento prioritario, inoltre, garantire, in seno agli organi elettivi, adeguata rappresentanza di genere: il tema delle quote di genere è molto caro al Ministero e su di esso vogliamo intervenire, con tutte le difficoltà derivanti dalla disomogenea presenza di donne e uomini nelle varie categorie professionali. Poste tali premesse e tali principi ispiratori, obiettivo della riforma è quello di razionalizzare, semplificare e uniformare la disciplina elettorale per le professioni regolamentate. Lo schema di riforma delle regole elettorali si propone, in primo luogo, di ridurre il numero dei componenti dei consigli dell'ordine o collegio territoriale, nonché dei consigli nazionali in proporzione al numero di iscritti.

È stata prevista una riduzione del numero delle preferenze, ciascun elettore potrà esprimerle in numero non superiore a una determinata soglia; l'elettore dovrà inoltre esprimere il proprio voto in favore di candidati appartenenti al genere meno rappresentato in una percentuale minima, e la lista con le candidature dovrà, al riguardo, presentare candidati di entrambi i generi. Analoghi principi a garanzia del pluralismo e a tutela del genere meno rappresentato trovano attuazione nella parte della novella relativa alla composizione e all'elezione dei consigli nazionali. All'elezione del consiglio nazionale si procede presso ciascun ordine o collegio territoriale. A tale fine dovrà essere convocata un'apposita seduta di consiglio, che delibera, a maggioranza dei presenti, i candidati che intende eleggere, e la scheda elettorale dovrà consentire un numero massimo di preferenze esprimibili non superiore ad una certa soglia, così come ai candidati appartenenti al genere meno rappresentato dovrà essere attribuita una percentuale minima di voti espressi. Punti particolarmente delicati della riforma, tuttora in fase di analisi e di valutazione, sono rappresentati dalla fissazione di un limite di eleggibilità e dalla revisione dei quorum elettorali necessari.

Questi, quindi, sono i punti su cui stiamo riflettendo: quorum elettorali e limite di eleggibilità. Limite di eleggibilità che, secondo alcuni - e questa è una delle proposte che sono state sottoposte anche al Ministero -, si potrebbe limitare per le cariche. Quindi, per presidenti e segretari si potrebbe imporre un limite e, invece, si potrebbe non imporlo per quanto riguarda i consiglieri, per garantire una rotazione nelle cariche apicali, quindi garantire lì un turnover e non perdere, invece, l'esperienza della continuità per quanto riguarda i consiglieri dell'ordine, proprio per garantire anche una funzionalità all'organo. Questa può essere una delle ipotesi, ce ne sono anche altre, il Ministero sta valutando e chiarendo questi due punti. Si arriverà poi, presto, a dare alla luce, penso anche nelle prossime non voglio dire settimane, ma comunque il tempo è certamente vicino alla soluzione.

Per quanto concerne l'elezione degli ordini territoriali, è infatti tuttora oggetto di approfondimento l'ipotesi di modifica dell'articolo 3, comma 5, del DPR n. 169 del 2005, a norma del quale - apro le virgolette -: “in prima votazione l'elezione è valida se ha votato un terzo degli aventi diritto per gli ordini con più di 1.500 iscritti all'albo e la metà degli aventi diritto per gli ordini con meno di 1.150 iscritti all'albo; in seconda votazione l'elezione è valida se ha votato un quinto degli aventi diritto per gli ordini con più di 1.500 iscritti all'albo e un quarto degli aventi diritto per gli ordini con meno di 1.500 iscritti all'albo; e in terza votazione l'elezione è valida qualsiasi sia il numero dei votanti”.

Per quanto riguarda il limite dei mandati è tuttora oggetto di riflessione la opportunità di mantenere o modificare il confine attualmente segnato dal DPR n. 169 del 2005, secondo il quale i consiglieri non possono essere eletti per più di due volte consecutive. E nello stesso senso è in corso di valutazione la possibilità che sia fissata un'unica data per lo svolgimento delle procedure elettorali degli organi e delle professioni. E come confermato dalla competente articolazione ministeriale, lo strumento regolamentare appare, comunque, appropriato e conforme alla scelta del legislatore di delegificare la materia. Tale strumento, peraltro, già ricordato in passato, è stato già utilizzato per il settore universitario e della ricerca scientifica, nonché per la modifica introdotta nella disciplina dell'ammissione all'esame di Stato per alcune professioni. La complessità del tema e la delicatezza di ognuno dei profili in corso impongono comunque un'attenzione, una cautela, perché andiamo a incidere comunque in materie, come potete capire, elettorali, di diritti e, quindi, delicate. Pertanto, noi stiamo completando questa riflessione, e certamente, però, al più presto, dovremmo arrivare a proporre una sintesi e una modifica regolamentare.

Si tratta di un progetto riformatore, pur in stato di avanzata riflessione, che richiede, su alcuni punti essenziali, la prosecuzione del lavoro svolto, anche alla luce dei contributi costruttivi - devo dire che non sono mai venuti meno e per questo ringrazio le categorie interessate - tenuti sempre nella massima considerazione.

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