Si è svolta il 6 luglio l'audizione del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati del Senato della Repubblica. All'ordine del giorno le condizioni del lavoro in Italia.
Orlando ha aperto il suo intervento sottolineando l'impegno del Governo nella lotta allo sfruttamento del lavoro, l'importanza di costruire dei percorsi attraverso i quali favorire l'emersione e reprimere le forme di sfruttamento e caporalato, la necessità di sviluppare un'educazione nazionale al lavoro e una unità di comando a livello nazionale che si può realizzare attraverso una unica banca dati. Vigilanza, formazione, informazione e prevenzione sono state le parole chiave utilizzate dal Ministro per contrastare gli infortuni sul lavoro.
"La formazione riveste un ruolo fondamentale in ambito di prevenzione e sicurezza sul lavoro che andrebbe affrontata già nelle scuole. Partirà una campagna di sensibilizzazione per informare e raggiungere i diversi target. La sicurezza è un investimento con un effettivo ritorno positivo e non è un costo. Per ogni euro investito in prevenzione si generano quattro euro di investimento in salute" ha dichiarato il Ministro. "Gli infortuni hanno un peso del 2,6% sul PIL perché gravano sul sistema sanitario, previdenziale, assicurativo, amministrativo e giudiziario, pesando sull'economia sana e lo stato sociale".
Nel corso del suo intervento, il Ministro ha inoltre sottolineato che
"non bisogna associare il caporalato esclusivamente all'agricoltura, ma il fenomeno interessa anche il settore edile e a tal fine, proprio qualche giorno fa, ho firmato un decreto per combattere il fenomeno del lavoro nero in edilizia e a far sì che i lavoratori nei cantieri siano effettivamente in numero proporzionato all'incarico affidato all'impresa" (LEGGI TUTTO).
Entro la fine del 2022 adotteremo un ambizioso Piano nazionale per la lotta al sommerso, con l'obiettivo di ridurre sensibilmente la distanza del nostro Paese rispetto alla media europea nella diffusione del fenomeno. Risulta fondamentale - ha concluso il Ministro - un maggiore coordinamento tra i numerosi attori coinvolti in questo ambito, le criticità non si superano soltanto con le leggi ma è una questione principalmente culturale.
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