Circa 500mila metri quadrati di superficie, oltre 40 soggetti aderenti (soprattutto Comuni), utilizzati per orti sociali, terapeutici, didattici e storici che hanno un unico filo conduttore: favorire la conoscenza e la diffusione della cultura degli orti urbani su tutto il territorio italiano, quale realtà sociale, urbanistica e storica di primo livello, e per sottrarre ad eventuali situazioni di marginalità e degrado le tante aree abbandonate dei Comuni.
Sono questi alcuni dei numeri, e degli intenti, presentati oggi a Roma nel corso della conferenza stampa ANCI-Italia Nostra, che ha presentato, o meglio rinnovato, il Protocollo d’intesa finalizzato a promuovere l’agricoltura privata nelle aree agricole messe a disposizione dai Comuni italiani, ma anche da privati o enti pubblici.
Dalle Città metropolitane di Roma, Milano, Torino, Firenze e Genova, alle ‘medie’ Ferrara, Padova e Perugia, passando per piccoli borghi medioevali come Spello, Foligno o Cerreto di Spoleto. Realtà demografiche diverse, ma tutte parte attiva di un progetto nato nel 2008 e che oggi ha trovato nuovo impulso. A rinnovare l’accordo sono stati il delegato ANCI ad Agricoltura e promozione delle tipicità, Nicola Chionetti e Marco Parini, Presidente di Italia Nostra, accompagnato dal Responsabile Nazionale Progetto Orti Urbani, Evaristo Petrocchi.
Il protocollo firmato oggi è propedeutico al progetto di Italia Nostra che si rivolge a coloro i quali, privati o enti pubblici, possiedono aree da destinare all’arte del coltivare, nel rispetto della memoria storica dei luoghi e delle regole “etiche”, come stabilito proprio nell’accordo firmato oggi. In sostanza, pur nelle differenti tipologie demografiche, geomorfologiche e sociali dei luoghi, l’obiettivo è definire una modalità comune in tutta Italia ovvero come “impiantare” o conservare un orto, in una visione di parco “culturale”, per recuperare specie in via di estinzione o coltivare prodotti di uso comune o ancora recuperare le tante aree dei nostri Comuni spesso vittime di degrado e abbandono.
“Siamo contenti di poter continuare a contribuire a questa iniziativa – ha detto il delegato ANCI Nicola Chionetti nel corso della conferenza stampa – e sono felice che il ritorno del tema agricolo in Associazione si apra proprio con questa iniziativa. Oggi – ha continuato – vogliamo dare un concreto consolidamento alla realtà degli orti urbani affinché progetti validi come questo non si disperdano. Come ANCI – ha continuato – siamo intenzionati ad esplorare altre possibilità di interventi sostanziali, facendoci portavoce e tramite presso il ministero dell’Agricoltura dell’importanza del tema. L’elevato aspetto educativo e culturale degli orti urbani è evidente – ha quindi concluso Chionetti – e il nostro impegno sarà anche quello di dare indicazioni precise alle amministrazioni, al fine di andare, convintamente, verso una migliore educazione alla stagionalità dei prodotti, del mangiare sano e della tracciabilità di cosa c’è nelle nostre tavole, cosa sempre più rara soprattutto nelle grandi realtà urbane”.
Da parte sua il Presidente di Italia Nostra ha ribadito dapprima “la volontà di portare un contributo per recuperare le tante aree di degrado esistenti” rimarcando in secondo luogo “la possibilità che gli orti urbani rappresentano da un punto di vista di ritorno ad attività e funzione dei cittadini. Il progetto all’inizio partì con gli anziani, ma poi ha interessato i giovani dimostrando tutta la sua valenza”. Ricordando, poi, come un progetto come questo “può rappresentare anche una concreta possibilità di lavoro e di aiuto per famiglie in difficoltà”, Parini ha ribadito “la piena disponibilità a continuare nell’assistenza ai Comuni che sempre in numero maggiore ci chiedono il formulario per predisporre i bandi per l’assegnazione delle aree. Insieme e con l’impegno di tutti – ha quindi concluso – potremo dare davvero un contributo importante al recupero delle aree comunali degradate e un nuovo impulso al rilancio di una sana educazione ambientale, agricola e culturale”.