Presto potranno tornare a nuova vita mulini ad acqua o a vento, frantoi, caseifici, fienili, ricoveri, stalle, essiccatoi, forni, abbeveratoi, ponti, muretti a secco e simili e che nonostante l’usura del tempo non sono stati irreversibilmente alterati nell'impianto tipologico originario, nelle caratteristiche architettonico-costruttive e nei materiali tradizionali impiegati.
Entro il prossimo 24 giugno sapremo infatti quali saranno i progetti che riceveranno un finanziamento in linea con gli obiettivi di tutela del patrimonio culturale e degli elementi caratteristici dei paesaggi rurali. Regioni e Province Autonome trasmetteranno infatti al Ministero della Cultura l’elenco definitivo delle domande ammesse al finanziamento. Nella commissioni giudicanti però è sempre presente un rappresentante designato dal ministero. Il bando, previsto dal PNRR, ha un valore complessivo di 590 milioni di euro, da ripartire su quasi 4 mila progetti.
Il contributo è concesso, fino a un massimo di 150.000 euro come forma di cofinanziamento per un’aliquota dell’80%. Il contributo è portato al 100% se il bene è oggetto di dichiarazione di interesse culturale. Le misure del fondo disponibile variano poi a seconda della Regione, l’obbiettivo è invece uguale per tutti: promuovere le aree interne e le zone rurali per tornare a crescere.
di Franco Metta