Confartigianato ricorda che “ormai sono passati 3 anni e mezzo dall’entrata in vigore, nel gennaio 2013, della normativa che impone il pagamento delle fatture in 30 giorni. Ma, nonostante qualche passo in avanti, l’Italia rimane la peggiore in Europa per il maggior debito commerciale verso gli imprenditori. Infatti, tra le vecchie fatture pagate in ritardo e quelle nuove che si accumulano, i debiti dello Stato sono un bersaglio mobile estremamente difficile da colpire ed eliminare”.
I debiti commerciali accumulati dallo Stato a fine 2015 nei confronti delle imprese ammontano a 65,5 miliardi.
“Qualcosa è migliorato nell’ultimo anno: il debito degli Enti pubblici verso le imprese è diminuito di circa 4 miliardi e il suo peso sul Pil è calato dal 4,3 al 4%. E sono scesi anche i tempi con i quali lo Stato salda le fatture agli imprenditori. 44 giorni è la media registrata dal Ministero dell’Economia tra le amministrazioni più virtuose. Ma – precisa Confartigianato - è un dato che va preso con le pinze perché è lo stesso Ministero a segnalare che anche tra i 500 enti pubblici più rigorosi ce n’è un terzo che supera il limite di 30 giorni imposto dalla legge”.
La Confederazione sottolinea anche che “il problema dei cattivi pagatori, pubblici e privati, è all’attenzione del Parlamento. Da un lato, grazie alla battaglia di Confartigianato, in Senato è stato approvato un emendamento che estende l’applicazione del Fondo antiusura agli imprenditori vittime incolpevoli di aziende che non li pagano. E alla Camera ha avuto via libera una risoluzione della maggioranza che impegna il Governo a rendere permanente la compensazione dei debiti fiscali delle imprese con i crediti maturati da queste ultime nei confronti della Pubblica Amministrazione. Una strada che Confartigianato indica da tempo”.
Gli imprenditori – sottolinea il Presidente Giorgio Merletti – non possono davvero più permettersi il lusso di aspettare e di tollerare che la legge sui tempi di pagamento continui ad essere violata. La soluzione al problema dei debiti della Pa verso le aziende è a portata di mano: si tratta di consentire la compensazione secca, diretta e universale tra i crediti che gli imprenditori vantano nei confronti della Pubblica amministrazione con le imposte e i contributi da pagare al Fisco.