Tecnologie innovative

Pannelli solari che funzionano di notte

Un team dell'Università della California ha sviluppato delle celle termoradiative che generano energia irradiando calore nell’ambiente circostante

giovedì 19 marzo 2020 - Erika Seghetti

celle-termoradiative

Uno dei maggiori limiti del fotovoltaico, si sa, è il mancato funzionamento in assenza di luce solare. La ricerca scientifica è quindi da tempo impegnata nello studio di soluzioni che possano consentire di risolvere il problema.

Un'innovazione interessante arriva da un team dell’Università della California a Davis, ha sviluppato un prototipo di celle solari capaci di produrre energia di notte. Si tratta di celle termoradiative, che generano energia irradiando calore nell’ambiente circostante.

Viene quindi sfruttato il prinicpio della termodinamica secondo cui un oggetto caldo rispetto all’ambiente circostante irradia calore come luce infrarossa. Mentre una classica cella fotovoltaica, che è più fredda rispetto al sole, assorbe la luce.

Una normale cella solare genera energia assorbendo la luce, generando una tensione e il flusso di corrente”, spiega Jeremy Munday, professore del Dipartimento di Ingegneria Elettrica e Informatica dell’università e autore principale dello studio. “In questi nuovi dispositivi, invece, viene emessa luce e la corrente e la tensione vanno nella direzione opposta, ma si genera comunque energia”.

La celle termoradiative funzionano insomma al contrario rispetto alle normali celle solari. Ma con degli ottimi risultati. Stando ai test, sono in grado di produrre durante la notte 500 watt di energia per metro quadrato, ovvero una quantità pari a circa un quarto di quella prodotta di giorno da un normale pannello solare.

La ricerca è ancora in fase prototipale e il team sta cercando di migliorarne l'efficienza, soprattutto in un'ottica di materiali. Se il silicio è il materiale più utilizzato nel fotovoltaico tradizionale per la grande capacità di assorbire la luce, i ricercatori stanno vagliando il materiale più adatto per catturare la luce a una lunghezza d’onda estremamente lunga.

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