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Partite Iva, boom di quelle per vendita di beni e servizi online

I dati dell’osservatorio nel terzo trimestre 2021 evidenziano una crescita del 180% delle partite Iva di soggetti non residenti legate alle vendite di beni e servizi online. Tutte le altre forme registrano invece cali

giovedì 11 novembre 2021 - Redazione Build News

piva

In base ai dati diffusi dall’Osservatorio sulle Partite Iva, all’interno del Mef, nel terzo trimestre del 2021 sono state aperte 107.024 nuove partite Iva e in confronto allo stesso periodo scorso anno si registra un incremento dell’1,4%. 

La maggior parte delle nuove aperture (66,2%) ha riguardato persone fisiche, il 20,2% da società di capitali, il 2,7% da società di persone, mentre la quota dei “non residenti” e “altre forme giuridiche” rappresenta quasi l’11%. 

Entrando in dettaglio si osserva però che l’aumento generale delle aperture rispetto al terzo trimestre del 2020 è dovuto unicamente ai soggetti non residenti (+180%), fenomeno legato alle vendite di beni e servizi online, mentre tutte le altre forme giuridiche registrano cali: persone fisiche -5,5%, società di capitali -5,9% e società di persone -8,2%. 

Riguardo invece alla ripartizione territoriale, il 49,2% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 20,3% al Centro e il 29,7% al Sud e Isole. Il confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente evidenzia andamenti alquanto difformi. I principali incrementi di avviamenti sono avvenuti al Nord: Friuli V.G. (+34,1%), Lombardia (+29,8%) e Veneto (+13,5%), mentre quasi tutte le Regioni centro-meridionali evidenziano flessioni: Calabria (-15,2%), Basilicata (-14,7%) e Umbria (-13,9%). 

In base alla classificazione per settore produttivo, il commercio registra sempre il maggior numero di avviamenti di partite Iva con il 25,1% del totale, seguito dalle attività professionali (16,5%) e dalle costruzioni (10,7%). Rispetto al terzo trimestre del 2020, tra i settori principali i maggiori aumenti si notano nel commercio (+17%), nelle attività immobiliari (+15,1%) e nelle attività professionali (+10,3%). Le diminuzioni più rilevanti si registrano nell’agricoltura (-18,4%), nell’alloggio e ristorazione (-16,7% settori maggiormente colpiti dall’incertezza dovuta alla crisi Covid) e nella sanità (-14%). 

Relativamente alle persone fisiche, la ripartizione di genere mostra una sostanziale stabilità: (maschi al 62,5%). Il 48,8% delle nuove aperture è stato avviato da giovani fino a 35 anni ed il 30,6% da soggetti appartenenti alla fascia dai 36 ai 50 anni. In confronto al corrispondente periodo dello scorso anno tutte le classi.

Franco Metta

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