“L’introduzione della patente a crediti nel settore delle costruzioni non garantisce il rafforzamento della sicurezza e l’esonero per le imprese con certificazione SOA rappresenta una ingiustificata discriminazione sotto il profilo della concorrenza. Anche la previsione di non garantire la pluralità dei contratti di lavoro sottoscritti dalle organizzazioni maggiormente rappresentative non risponde alla sfida di contrastare il lavoro irregolare”. È quanto afferma CNA Costruzioni dopo l’incontro a Palazzo Chigi tra Governo e parti sociali sulla sicurezza. Al confronto ha partecipato anche il Presidente di ANAEPA Stefano Crestini.
Ricordiamo che lo schema di decreto legge PNRR bis, approvato dal Consiglio dei ministri, prevede l'introduzione di un nuovo sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi, la “patente a crediti”, obbligatoria per imprese e lavoratori autonomi che intendano operare nell’ambito di cantieri edili.
“Rafforzare la sicurezza nei cantieri è la priorità – si legge in un comunicato di CNA Costruzioni – e il percorso obbligato è la qualificazione delle imprese. Non è più rinviabile una legge sull’accesso alla professione”. Inoltre è necessario potenziare il sistema dei controlli sostanziali piuttosto che introdurre nuovi appesantimenti burocratici.
CNA Costruzioni valuta positivamente la volontà del Governo di proseguire il dialogo con le parti sociali su un tema così delicato ma sottolinea l’esigenza che il confronto definisca strategie e interventi coerenti con l’obiettivo di rafforzare la sicurezza nei cantieri.
Contraria anche Confartigianato
Anche Confartigianato è contraria all’istituzione di una patente a crediti in edilizia. La giudica “un meccanismo farraginoso e pieno di incertezze e lacune applicative, destinata a non produrre alcun risultato positivo in termini di riduzione degli infortuni, mentre rischia di trasformarsi nell’ennesimo balzello burocratico sulle spalle degli imprenditori edili, in particolare le piccole imprese, che duplica oneri economici e adempimenti amministrativi rispetto a quelli già esistenti”.
“La sicurezza sul lavoro – sottolinea Confartigianato – sta a cuore a noi imprenditori per primi e non si tutela con la burocrazia, ma con il rispetto di regole che devono essere chiare ed applicabili, con gli organismi paritetici tra Organizzazioni imprenditoriali e sindacati dei lavoratori, con la prevenzione e la formazione, con l’applicazione corretta dei contratti nazionali di lavoro del settore, attraverso l’associazionismo d’impresa che diffonde la cultura della legalità, incrociando le tante banche dati esistenti per porre in essere un efficace piano nazionale della prevenzione, con un sistema di ispezione sul lavoro rafforzato e senza inutili duplicazioni di competenze”.