La composizione e la movimentazione del portafoglio immobiliare in gestione, il quadro delle attività e dei progetti avviati e il trend dei risultati conseguiti negli ultimi 5 anni sono i dati che l’Agenzia del Demanio ha raccolto nel Report Risultati 2015 e che il Direttore Roberto Reggi ha presentato oggi a Roma in conferenza stampa.
Il patrimonio immobiliare dello Stato mostra un andamento che segna un aumento del suo valore complessivo rispetto a una consistente diminuzione del numero dei beni che lo compongono, in un’ottica di progressiva ottimizzazione del portafoglio, quindi meno immobili ma di maggior pregio. Questo grazie anche all’efficacia dei processi di razionalizzazione in corso, alle operazioni di vendita e ai trasferimenti dei beni agli Enti locali con la procedura del federalismo demaniale. Al 31 dicembre 2015 i beni in gestione all’Agenzia del Demanio sono 45.397 per un valore di oltre 59 mld €, così distribuito: 85% in uso governativo, 5% demanio storico artistico, 6% patrimonio indisponibile, 4% patrimonio disponibile.
La quota degli immobili in uso governativo aumenta per effetto della chiusura di numerosi contratti di affitto passivo e, conseguentemente, del maggior numero di metri quadrati di immobili di proprietà dello Stato occupati dalle pubbliche amministrazioni, con evidenti benefici in termini di riduzione della spesa. I risparmi sulle locazioni passive ammontano a 18 mln €/annui nel 2015 e, complessivamente, a 73 mln €/annui negli ultimi 5 anni. Ulteriori risparmi sono previsti nei prossimi anni grazie al progetto Federal Building che prevede di concentrare in uno o più immobili di proprietà pubblica sedi di Amministrazioni dello Stato o di Enti pubblici, garantendo così un risparmio sui costi di affitto e un servizio più efficiente ai cittadini. In particolare, soltanto le 9 iniziative già avviate nelle città di Chieti, Milano, Firenze, Roma, Sassari, Cagliari, Aosta e Potenza, porteranno dal 2020 ad ulteriori risparmi di spesa per circa 27,7 mln € annui.
Nel periodo 2011-2015 le vendite dei beni dello Stato hanno raggiunto i 568 mln € tra operazioni ordinarie e straordinarie, con un forte incremento nel biennio 2013-2014 a seguito delle manovre condotte con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e Cassa Depositi e Prestiti. A queste nel quinquennio si aggiungono vendite di beni di altri Enti Pubblici per 4.667 mln €.
Il federalismo demaniale nell’ultimo anno ha fatto registrare una forte accelerazione nel passaggio dei beni agli Enti territoriali, arrivando a coprire circa il 60% dei trasferimenti richiesti, per un valore totale di 886,6 mln €. Per quanto riguarda il federalismo demaniale culturale, quindi il passaggio di beni di interesse storico-artistico, al 31 dicembre 2015 risultano trasferiti 67 immobili per un valore di 367,2 mln € circa.
Per le valorizzazioni in concessione, il 2015 è stato l’anno di Valore Paese Fari, progetto che coinvolge 11 fari, 7 gestiti dall’Agenzia del Demanio e 4 dal Ministero della Difesa, in location suggestive lungo le coste italiane che saranno affidati a privati partendo da un’idea imprenditoriale innovativa e sostenibile, in grado di conciliare le esigenze di recupero del patrimonio, tutela ambientale e sviluppo economico. Attualmente è in corso la fase conclusiva del bando di gara con l’esame delle 39 offerte pervenute: 3 per il Faro di Brucoli ad Augusta (SR), 6 per il Faro di Murro di Porco a Siracusa (SR), 4 per il Faro di Capo Grosso nell’Isola di Levanzo – Favignana (TP), 3 per il Faro di Punta Cavazzi ad Ustica (PA), 7 per il Faro di Capo d’Orso a Maiori (SA), 6 per il Faro di Punta Imperatore a Forio d’Ischia (NA), 3 per il Faro di San Domino alle Isole Tremiti (FG). Per quanto riguarda i fari gestiti dal Ministero della Difesa, sono pervenute: 2 offerte per il Faro Punta del Fenaio, 2 per il Faro di Capel Rosso sull’Isola del Giglio (GR), 3 per il Faro Formiche di Grosseto e nessuna offerta per il Faro di Capo Rizzuto a Isola di Capo Rizzuto (KR).
Diverse infine le operazioni di finanza immobiliare promosse dall’Agenzia del Demanio, con l’apporto di beni pubblici in Fondi immobiliari, grazie anche al coinvolgimento della SGR statale Invimit.