Recenti notizie di cronaca – LEGGI TUTTO - hanno riportato l’attenzione sul tema della legalità e del rispetto delle norme tributarie nel mercato del pellet in Italia. La scoperta di una frode fiscale da dieci milioni di euro da parte della Guardia di Finanza ha infatti riaperto la discussione sul tema dell’elusione dell’IVA nella compravendita di pellet e dei possibili strumenti da mettere in campo per limitare questo fenomeno.
Il mancato versamento tributario può assumere diverse forme, tra cui l’evasione propriamente detta, la sotto-fatturazione e frodi fiscali più complesse e articolate. Con l’aumento dell’aliquota Iva sul pellet dal 10 al 22% avvenuta nel 2015, sono quindi aumentate sensibilmente quelle frodi, definite “carosello”, che consentono di realizzare un guadagno illecito tramite un diritto fittizio a detrarre crediti IVA maturati su transazioni commerciali inesistenti, effettuate da società intermediarie di comodo.
L’evasione e l’elusione dell’IVA hanno un impatto fortemente negativo per l’intero mercato del pellet, il cui andamento risulta distorto dalla competizione sleale e fraudolenta di aziende che, non versando l’imposta all’erario, possono rivendere i prodotti di importazione a prezzi molto più bassi rispetto a quelli reali di mercato applicati dagli operatori onesti. Si stima inoltre che il mancato gettito annuale per l’Erario sia compreso fra i 38 e 50 milioni di euro.
L’Associazione italiana energie agroforestali (AIEL) ribadisce la propria posizione in difesa della legalità ed evidenzia la necessità di estendere il meccanismo del reverse charge nella compravendita di pellet di legno. Grazie al meccanismo del reverse charge (o inversione contabile) che sposta il carico tributario IVA dal venditore all’acquirente, gli operatori della filiera potranno tornare ad un regime di leale concorrenza, garantendo un recupero di gettito importante per l’erario, di fatto a costo zero.
“Siamo convinti che il reverse charge sia lo strumento giusto per contrastare i comportamenti scorretti, salvaguardando gli operatori del settore onesti che ogni giorno subiscono la concorrenza sleale causata dall’evasione dell’imposta dovuta allo Stato – spiega Annalisa Paniz, direttrice Affari generali e relazioni internazionali di AIEL. Si tratta di un provvedimento urgente che solleciteremo anche nella prossima Legge di stabilità”.
Anche clienti e consumatori finali possono giocare un ruolo importante per la legalità del settore del pellet. I consumatori finali, anche per tutelare se stessi, dovrebbero porre la massima attenzione nell’evitare di essere frodati, ad esempio diffidando di offerte a prezzi stracciati ed evitando di acquistare il materiale –pagandolo addirittura prima della consegna – da operatori sconosciuti e poco strutturati. Anche le insegne della Grande Distribuzione, il cui ruolo nella commercializzazione del pellet è in continuo aumento, sono chiamate ad attuare pratiche di buona e dovuta diligenza per assicurare la legalità delle filiere di approvvigionamento.
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