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Permeabilità del suolo nelle città: “Promesse, grandi impegni e sconfortante realtà a Catania”

Comunicato stampa di Italia Nostra onlus - Sezione di Catania, LIPU onlus - Sezione di Catania, Associazione Idrotecnica Italiana - Sezione Sicilia Orientale

lunedì 8 gennaio 2018 - Redazione Build News

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Pubblichiamo il seguente comunicato stampa di Italia Nostra onlus - Sezione di Catania, LIPU onlus - Sezione di Catania, Associazione Idrotecnica Italiana - Sezione Sicilia Orientale

“La riduzione del consumo di suolo ed il mantenimento della permeabilità del suolo all'interno delle aree urbane sono principi ormai generalmente condivisi, liberamente praticati dai soggetti più sensibili e regolamentati da molte leggi o regolamenti regionali e comunali, anche come strumento di riduzione dei deflussi urbani (insieme ai criteri di invarianza idraulica) e di miglioramento del microclima urbano. In molte città si varano progetti per "ripermeabilizzare" piazze e parcheggi sostituendo le pavimentazioni bituminose o cementizie o lapidee con quelle permeabili o con prati.

Anche il Comune di Catania si è dato pochi anni fa (2014) un nuovo Regolamento edilizio.

In esso, su esplicita richiesta dell'Associazione Idrotecnica Italiana, ha inserito alcune norme per garantire la permeabilità dei suoli e per conseguire l'invarianza idraulica delle trasformazioni urbanistiche, al dichiarato scopo di migliorare le condizioni dell'ambiente urbano, ed il microclima ed evitare l'incremento dei deflussi meteorici. Quest'ultimo problema è particolarmente grave nella città, che è priva di una efficiente rete di fognatura pluviale, e dove anche le vie più importanti, centrali e frequentate si trasformano in impetuosi torrenti in occasione di eventi pluviometrici anche non particolarmente intensi, Tanto che più volte si sono avute anche perdite di vite umane e tanto che anche la centralissima storica via Etnea è classificata "area a rischio idraulico molto elevato, R4" nel Piano di Assetto Idrogeologico regionale.

Di tali norme sulla permeabilità dei suoli ed invarianza idraulica (inserite nello schema di Regolamento edilizio predisposto dalla precedente amministrazione comunale, e portato a compimento dall'attuale, nonostante l'opposto segno politico) l'Amministrazione comunale di Catania ha sempre mostrato di esserne orgogliosa, tanto da esporle e sostenerle in molti convegni, l'ultimo dei quali (Catania Green) è stato organizzato dallo stesso Comune e si è svolto lo scorso 15 dicembre in una sua prestigiosa sede (Palazzo dei Chierici, in piazza Duomo).

Purtroppo, si sa, non sempre la mano sinistra sa quello che fa la destra, e a volte entrambe non sembrano sapere cosa vuole la testa o cosa dice la bocca. Così solo 5 giorni dopo, il 20/12/2017, il quotidiano locale comunica con grande risalto (ed evidentemente su indicazione dell'ufficio stampa del Comune) che il Comune ha bandito una gara d'appalto (per 370.000,00 euro, con termine ravvicinato al 8/1/2018 per la partecipazione), per la "riqualificazione" del grande piazzale centrale (il cosiddetto "Piazzale delle Carrozze") del Giardino Storico di Catania, la centralissima "Villa Bellini" (vedi riquadro).

Secondo il progetto (redatto da tecnici del Comune) si vuole dare un volto nuovo al piazzale, rendendolo fruibile "durante tutto l'anno per eventi e attività ludiche e ricreative" e risolvendo le sue "criticità" individuate dai progettisti nel drenaggio delle acque meteoriche (che attualmente ristagnano in occasione delle piogge intense) e nel materiale di finitura (che si solleva generando polvere in presenza di forte vento). In particolare il progetto prevede la realizzazione di una pavimentazione carrabile con un misto granulometrico "cementato" da un legante chimico (una emulsione polimerica acquosa di acetato vinilico, della quale nel progetto è -stranamente pure indicato il nome commerciale), allo scopo di ottenere una pavimentazione carrabile ed "antipolvere".

Alla pavimentazione con uso di un legante si sono opposte subito Italia Nostra, la Lega per la Protezione degli Uccelli (LIPU) e l'Associazione Idrotecnica Italiana. Avevano già chiesto a settembre 2017 la modifica del progetto, senza essere ascoltati. Appena avuta notizia del bando, lo stesso 20 dicembre, hanno chiesto al Comune di ritirare in autotutela il bando e di modificare il progetto rigenerando la pavimentazione in misto granulometrico stabilizzato esistente (che è già carrabile) o di realizzarne una nuova, ma sempre in misto granulometrico stabilizzato. Ora hanno reiterato la richiesta, appellandosi anche a tutti i consiglieri comunali.

In particolare le associazioni fanno osservare che - come risulta anche dalla documentazione tecnica redatta dalla stessa ditta produttrice del legante indicato nel progetto esaminato esercitando il diritto d'accesso - la pavimentazione realizzata con un legante non sarà affatto permeabile, ma renderà il piazzale impermeabile, aggravando il ristagno delle acque sulle piazzale, e producendo quindi un risultato opposto a quello cercato. Soprattutto, le Associazioni osservano che l'impermeabilizzazione è assolutamente inopportuna nella città di Catania, soggetta ad allagamenti anche in occasione di piogge non particolarmente intense. Inoltre la trasformazione progettata viola le norme che lo stesso Comune ha inserito nel Regolamento Edilizio allo scopo di evitare l'incremento dei deflussi meteorici, e sarebbe ben strano che il Comune violasse le regole che si è dato e che chiede a tutti i cittadini di rispettare. In particolare il progetto non rispetta le norme specifiche sulle aree pavimentate all'interno delle sistemazioni a verde pubblico (art. 110: "Tutte le sistemazioni a verde pubblico dovranno essere realizzate con materiali e tecniche che garantiscano elevati livelli di permeabilità, con particolare attenzione alle aree pavimentate"), oltre che quelle di validità generale su tutte le trasformazioni del territorio (art. 79: permeabilità dei suoli e art. 80: invarianza idraulica). Inoltre, non sono rispettati i "criteri ambientali minimi (CAM)" cui si devono conformare i progetti delle opere pubbliche (art. 34 del codice degli appalti).

Le associazioni contestano la giustificazione dei progettisti (verrà usato un legante "speciale", specificamente indicato nel progetto col suo nome commerciale, in grado di rendere il conglomerato permeabile e addirittura drenante, come sarebbe dimostrato da prove di permeabilità) utilizzando proprio la documentazione tecnica del prodotto.

Nella scheda tecnica e nella documentazione tecnica pubblicata dall'azienda che lo commercializza in Italia, il prodotto viene definito "polimero acrilico vinil acetato in emulsione acquosa" e ne viene indicato il campo d'impiego principale per la realizzazione di "pavimentazioni ciclo-pedonali e carrabili" e per il "controllo della polvere su cumuli di inerti". Ne vengono vantate molte proprietà: principalmente la carrabilità e la sua capacità di "abbattere le polveri al passaggio dei mezzi"; inoltre è "atossico, non corrosivo, non infiammabile, non inquina l'acqua e l'aria, non danneggia la vegetazione" e, addirittura "non aumenta il grado di alcalinità o di acidità del terreno" (proprietà invero insolita per un prodotto con pH compreso fra 4 e 7). E' definito "resistente come il cemento ed elastico come la gomma" ed altro ancora, ma non viene mai detto che mantiene la permeabilità del misto granulometrico non legato, né, tanto meno che lo renda addirittura " drenante ". Il produttore americano lo suggerisce per la costruzione e stabilizzazione delle strade, lo dice "duro come l'acciaio ed elastico come la gomma", e dichiara che crea una superficie "impenetrabile e duratura con elevata resistenza a compressione". Tutte qualità antagoniste della permeabilità.

La stessa ditta che lo commercializza in Italia infine, vanta un altro importante uso del legante: per "sigillare" i cumuli di "inerti fini, sabbia, depositi di carbone, scorie minerali ecc" per evitare l'emissione di polveri e il loro dilavamento ad opera della pioggia "che possono depositarsi nelle acque dei canali, dei laghi o dei fiumi mettendo in serio pericolo anche la fauna selvatica". Se è capace di sigillare un cumulo di inerti per impedirne il dilavamento dalla pioggia, come può, al tempo stesso, rendere permeabile alla pioggia gli inerti della pavimentazione?

Riguardo alle "prove che certificano la permeabilità del prodotto" genericamente citate dai progettisti, le associazioni rilevano che la documentazione tecnica della ditta italiana riferisce, esclusivamente, di "test di atossicità", senza precisare le sostanze tossiche testate, i valori ottenuti ed i laboratori dove sono stati eseguiti. La documentazione del produttore americano riferisce solo di test di riduzione delle polveri sottili PM10 e PM2.5 e di non meglio precisati "parametri di valutazione dell'impatto eco-tossicologico", senza mai indicare i valori ottenuti. In ogni caso, nessuna di queste prove riguarda la permeabilità.

In sintesi: i produttori del legante non dichiarano affatto che il loro prodotto è drenante, e nemmeno che è permeabile, ma, al contrario, ne vantano proprietà che sono antagoniste della permeabilità.

Le Associazioni sono propositive e suggeriscono soluzioni ai problemi individuati dai progettisti. Per evitare il ristagno delle acque propongono di inserire altre caditoie (il progetto mantiene le 9 attuali) e di infittire la rete dei fognoli. Per evitare la polvere propongono di eliminare il sottile strato di sabbia fine steso alcuni anni fa e ripristinare il più pesante misto granulometrico lavico.

Infine, le Associazioni segnalano che una pavimentazione con legante (qualunque esso sia) appare poco rispettosa del carattere storico del Giardino e toglierebbe fascino e bellezza al Piazzale delle Carrozze, privando i fruitori delle sensazioni generate dal passeggiare sulla terra battuta, sensazioni evocatrici dell'epoca e delle funzioni per cui la "Villa" fu pensata, progettata e realizzata.”

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