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“Physical-smart office”: i nuovi spazi di lavoro dopo il Coronavirus

Open space modulabili, huddle rooms sanificate, mense trasformate in “smart canteen”: per riorganizzare gli spazi servirà una cultura aziendale basata su flessibilità, lavoro per obiettivi, fiducia

giovedì 30 aprile 2020 - Redazione Build News

smart-office

L’ufficio del prossimo futuro? Sarà un “physical-smart office”, per tornare a lavorare in sicurezza dopo l’emergenza Coronavirus: D2U (Design to Users), società di architettura italiana fondata nel 2003 da Jacopo della Fontana e Corrado Caruso, specializzata nella progettazione di luoghi di lavoro e nell’implementazione di progetti di smartworking per le aziende, ha provato infatti a pensare alle modalità con cui dovranno essere riadattati uffici e spazi di lavoro in Italia.

Lo spazio di lavoro dovrà essere studiato seguendo le direttive di distanziamento sociale imposte dall’emergenza, che verranno attivate attraverso regole precise all’interno degli uffici, dall’uso di mascherine alla sanificazione fino al potenziamento tecnologico degli strumenti dedicati alla collaborazione da remoto, per trasformare la community reale del degli uffici anche in una community virtuale – spiega Corrado Caruso, fondatore e partner di D2U. Questo momento però va visto anche come un’opportunità per le aziende di ripensare e adattare la propria cultura organizzativa, mettendo al centro la flessibilità, il lavoro per obiettivi, il bilanciamento tra casa e lavoro.

Secondo D2U, l’ufficio “smart” del post Coronavirus dovrà essere ripensato secondo questi punti:

  • Riqualificazione: gli spazi dovranno essere ripianificati ed adattati, secondo le norme di distanziamento e la densità di persone per locale.
  • Ripensare gli open space: il concetto di privacy dovrà essere rivisto, bilanciando la necessità di privacy e distanziamento con l’importanza della socializzazione e del confronto. Gli spazi di lavoro attuali andranno ridisegnati: dall’open space che garantiva la migliore ottimizzazione d’uso dello spazio si passerà all’open space rimodulabile facilmente a seconda delle persone presenti e delle normative sulle distanze; anche gli arredi dovranno subire un’evoluzione in chiave di protezione individuale, senza per questo tornare ai cubicles americani anni ‘60.
  • Spazi per la socializzazione e comunicazione virtuale: la community degli uffici diventerà un mix di community reale e virtuale, in cui non saranno mai presenti tutti i dipendenti contemporaneamente, ma sarà importante creare momenti costanti di dialogo tra chi sarà fisicamente in ufficio e chi lavorerà da remoto. Maggior spazio a video e tele conference rooms, quindi, che diventeranno strumenti e spazi indispensabili per mantenere coesione nei team di lavoro e rendere fluida la comunicazione tra colleghi e con interlocutori esterni.
  • Trasformazione degli spazi comuni aziendali, a partire dalle mense che potranno diventare “smart canteen”: luoghi modulari dove, finiti i pasti, i tavoli potranno essere riorganizzati come postazioni di lavoro per garantire il distanziamento quando ci saranno troppe persone presenti negli uffici “tradizionali”; gli auditorium diventeranno multisale di dimensioni variabili, riconfigurabili a seconda delle esigenze; le sale riunioni, da spazi immutevoli per gli incontri, dovranno saper unire presenza fisica e community virtuale: sempre più “huddle rooms”, quindi, piccole stanze separate dal resto del team aziendale, attrezzate per ospitare meeting veloci, videoconferenze e brainstorming virtuali, che dovranno essere sanificate in modo semplice ed efficace dopo ogni utilizzo.
  • Adattamento di  spazi comuni condominiali per co-smart working nei complessi residenziali in ottica “smart”: palestre, sale giochi per bambini e altre sale condominiali potranno essere adattate in modo flessibile per ospitare postazioni per lo smartworking per permettere loro di lavorare a distanza a chi in casa non ha spazio o voglia di stare ma senza vanificare il suo tempo in inutili spostamenti routinari.
  • Cambiamento della cultura aziendale, che dovrà basarsi sempre più sulla fiducia nei confronti di dipendenti e collaboratori, sul lavoro per obiettivi, su flessibilità e competenze digitali, con formazione ad hoc per i dipendenti e garanzia di sicurezza e salubrità per quando si andrà in ufficio.

Il ruolo dei professionisti di architettura e design sarà fondamentale per affiancare aziende e lavoratori e progettare i nuovi “physical-smart offices”: in questo senso, D2U offre alle aziende percorsi di tutoring per l’introduzione dello smart working; valutazione dell’uso degli spazi per riadattarli alle nuove condizioni di lavoro; definizione di strategie di implementazione  e analisi costi benefici delle nuove soluzioni; ri-progettazione del posto di lavoro in ufficio e progettazione del posto e modalità operative di lavoro a casa (ergonomia: sedute, tavoli ad altezza variabile, illuminazione, acustica, tecnologia, etc); progettazione di spazi di co-smart working nei complessi residenziali; assistenza al reperimento di punti di co-working delocalizzati.

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