La Commissione europea ha pubblicato ieri la valutazione delle proposte di piani presentate dagli Stati membri per attuare gli obiettivi dell'Unione dell'energia, in particolare gli obiettivi concordati a livello di UE in materia di energia e clima per il 2030.
La Commissione ritiene che i piani nazionali rappresentino già un impegno considerevole, ma rileva i margini di miglioramento esistenti sotto diversi aspetti, in particolare per politiche mirate e personalizzate che consentano di centrare gli obiettivi per il 2030 e mantenere anche a lungo termine la rotta verso l'impatto climatico zero. L'Unione europea è la prima grande economia a adottare un quadro giuridicamente vincolante per tener fede agli impegni assunti con l'accordo di Parigi ed è la prima volta che gli Stati membri elaborano proposte di piani nazionali integrati per l'energia e il clima (PNEC). I contributi verso le fonti rinnovabili e l'efficienza energetica previsti attualmente dai piani non sono tuttavia sufficientemente ambiziosi da permettere all'UE nel suo insieme di raggiungere gli obiettivi che si è data in materia di energia e clima; per far ciò sarà necessario un salto di qualità collettivo.
Maroš Šef?ovi?, Vicepresidente per l'Unione dell'energia, ha dichiarato:
Con questi primi piani nazionali per l'energia e il clima l'Unione dell'energia arriva al livello nazionale: analogamente all'UE, gli Stati membri presentano tutti politiche integrate per la transizione climatica ed energetica in una prospettiva decennale. In un lasso di tempo relativamente breve tutti gli Stati membri sono riusciti ad elaborare proposte notevoli, ma la proposta perfetta non esiste. Le raccomandazioni della Commissione indicano gli aspetti nei quali sono necessari maggiori sforzi in vista della scadenza di fine anno per la presentazione dei piani definitivi: chiedono ad esempio maggiore ambizione, una descrizione più dettagliata delle politiche, maggiori precisazioni sui bisogni di investimento o maggiori sforzi sull'equità sociale. Chiarezza e prevedibilità sono il vero e proprio vantaggio competitivo della politica europea in materia di energia e clima. Sfruttiamo quindi al meglio quest'occasione dando ai piani nazionali la forte spinta finale di cui hanno bisogno.
Il Commissario responsabile per l'Azione per il clima e l'energia Miguel Arias Cañete ha dichiarato:
Lo scorso novembre la Commissione ha proposto che l'Unione europea raggiunga l'impatto climatico zero entro il 2050. Ha mostrato la via da seguire e si è messa alla guida del processo. È positivo constatare che un numero sempre maggiore di Stati membri la segue alla ricerca di tale obiettivo. Valutate le proposte di piani nazionali presentate dagli Stati membri, giudico positivamente i notevoli sforzi compiuti. Ciò non toglie che, per incanalare l'UE nella giusta direzione verso il contrasto dei cambiamenti climatici e la modernizzazione dell'economia, occorra alzare ancora nei piani definitivi il livello di ambizione. Invito il Consiglio ad avviare una discussione sulle principali priorità indicate dalla Commissione, così da aiutare la stesura di piani definitivi che presentino un adeguato livello di ambizione.
L'UE è determinata a rispettare gli impegni di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra assunti e a fornire ai cittadini energia sicura, a costi accessibili e sostenibile. In materia di energia e clima abbiamo creato un sistema di governance unico nel suo genere, in cui Unione e Stati membri programmano insieme per raggiungere collettivamente gli obiettivi che si sono dati per il 2030 e per realizzare una transizione verso un'economia a impatto climatico zero entro il 2050 che sia equa socialmente ed efficace in termini di costi.
La Commissione Ue ha analizzato le proposte di piani nazionali valutandone il contributo aggregato, a livello di UE, verso gli obiettivi dell'Unione dell'energia e i traguardi per il 2030. Allo stato attuale le proposte di PNEC presentano contributi insufficienti sia per le fonti rinnovabili sia per l'efficienza energetica: per le fonti rinnovabili la lacuna da colmare potrebbe arrivare a 1,6 punti percentuali; per l'efficienza energetica, addirittura potrebbe essere di 6,2 punti percentuali (se si considera il consumo di energia primaria) o di 6 punti percentuali (se si considera il consumo di energia finale).
Fortunatamente gli Stati membri dispongono ancora di sei mesi per innalzare il livello di ambizione sul piano nazionale. Con le sue raccomandazioni e valutazioni dettagliate, la Commissione intende aiutare gli Stati membri a mettere a punto i piani entro fine 2019 e ad attuarli efficacemente negli anni successivi. I piani nazionali dovrebbero offrire chiarezza e prevedibilità alle imprese e al settore finanziario al fine di stimolare gli investimenti privati necessari. Faciliteranno altresì agli Stati membri la programmazione dei finanziamenti nell'ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale 2021-2027.
PROSSIME TAPPE. La normativa UE sull'Unione dell'energia impone agli Stati membri di tenere in debita considerazione le raccomandazioni della Commissione o, se non lo fanno, di pubblicare la motivazione. Gli Stati membri sono inoltre tenuti a coinvolgere il pubblico nella preparazione dei piani definitivi entro fine anno.
Il termine per la presentazione dei piani definitivi è fissato al 31 dicembre 2019. Le raccomandazioni e la comunicazione presentate oggi dalla Commissione sono tasselli del processo iterativo instaurato con gli Stati membri che permetterà a ciascuno di essi di redigere entro tale data un PNEC definitivo sufficientemente dettagliato, solido e ambizioso.
La Commissione europea è pronta ad assistere gli Stati membri nella messa a punto dei PNEC entro fine 2019, muovendo dall'eccellente processo cooperativo realizzato finora.