Per fare il punto sugli effetti del Piano Casa e per delineare le modalità e le prospettive del suo possibile rinnovo nel Veneto dopo la scadenza del maggio 2017 del “Piano ter”, si è svolto ieri a Venezia, su iniziativa della Regione, un workshop intitolato “Quale futuro per il Piano Casa?”, al quale hanno partecipato i tecnici della Regione e numerosi rappresentanti di ordini e collegi professionali.
A sei anni dalla sua entrata in vigore, i numeri del Piano Casa nel Veneto sono questi: 83 mila domande presentate; 3,5 miliardi di euro di investimenti; 160 metri cubi di intervento medio su edifici residenziali; 650 metri cubi di intervento medio su edifici non residenziali; 35/40 mila euro di investimento medio per intervento; 90/95 per cento degli interventi riguarda edifici residenziali; 8 mila imprese grazie al Piano Casa hanno continuato a svolgere la propria attività; 14 mila addetti per effetto del Piano Casa hanno mantenuto la propria occupazione.
CORAZZARI: “IL SUCCESSO DEL PIANO CASA È INDISCUTIBILE”. Una prima indicazione è venuta dall’intervento dell’assessore al territorio, Cristiano Corazzari, che ha aperto i lavori sottolineando “che il successo del Piano Casa è indiscutibile, è una norma che ha consentito di cogliere importanti obiettivi e alla quale, pur con i necessari adeguamenti ai nuovi scenari, difficilmente si potrà rinunciare”.
Mi preme ribadire – ha proseguito Corazzari – che questa legge rende possibili interventi solo dove è già stato costruito, favorisce il recupero e la riqualificazione di edifici vecchi e spesso inutilizzati e quindi va esattamente nella direzione opposta a quella dell’impiego di nuovo territorio, aspetto quest’ultimo che come Regione consideriamo di primaria importanza.
Anche se alcuni indicatori economici lasciano intendere che nell’anno in corso si stia finalmente assistendo a una ripresa del settore edilizio – ha aggiunto l’assessore – i numeri concretamente positivi sono quelli che emergono dall’attuazione della legge sul Piano Casa, una legge che, a costo zero per la collettività, ha movimentato oltre 3,5 miliardi di euro di investimenti, sostenendo il mondo del lavoro legato alle costruzioni e all’indotto da queste generato.
Partiamo da questa constatazione – ha concluso Corazzari – e dalla consapevolezza che la nuova legge sul Piano Casa andrà analizzata in un quadro normativo in movimento. Oggi inizia un percorso che intendiamo svolgere insieme a tutti i soggetti pubblici e privati interessati e che ci porterà, mi auguro, a rendere organica e definitiva una norma che abbia tra i suoi capisaldi il contenimento del consumo di suolo, la riqualificazione degli edifici esistenti, l’uso di fonti rinnovabili, la ristrutturazione di immobili e la demolizione di fabbricati inutilizzati. Tutto ciò in una logica di miglioramento della qualità dei luoghi di vita, di opportunità di lavoro e di rilancio dell’economia.