“Noi Ingegneri vorremmo di più: favorire interventi estesi a interi complessi immobiliari di bassa qualità edilizia (tipicamente anni ‘60-’70), così da aumentare le prestazioni antincendio, antisismiche, energetiche e architettoniche secondo i più avanzati standard tecnologici, a costo zero e senza nuovo "consumo" di suolo”.
Così gli Ordini degli Ingegneri della Liguria in merito al nuovo Piano Casa, approvato il 19 ottobre dalla Giunta regionale e ora all'esame del Consiglio dove sono stati presentati una serie di emendamenti (LEGGI TUTTO).
“Le finalità del "piano casa", secondo la legge, sono: riqualificare il patrimonio edilizio degradato, offrendo metri cubi di ampliamento in cambio di migliori prestazioni. Il disegno di Legge proposto dalla Giunta regionale – osservano gli Ordini degli ingegneri liguri - costituisce un passo in avanti in questa direzione, mettendo al riparo dal vuoto normativo che verrebbe a crearsi con la scadenza a fine anno dell'attuale norma e la diretta applicazione di norma nazionali molto più invasive”.
FAVORIRE AL MASSIMO GLI INTERVENTI SENZA "CONSUMO" DI NUOVO SUOLO. Tra le proposte degli ingegneri, c'è “l'aggiunta del nuovo articolo 7-ter, per favorire al massimo gli interventi senza "consumo" di nuovo suolo o, addirittura, che restituiscono alla natura una parte di quello già "consumato".
In questi casi, la norma incentivante deve poter essere applicata agli edifici di qualsiasi grandezza, consentendo ampliamenti maggiori rispetto a quelli normalmente previsti, così da rendere economicamente sostenibile l'operazione immobiliare.
Appare ovvio che, se ci sono solo benefici ambientali senza controindicazioni, non ha senso porre limiti alla norma; anzi, più la si applica e meglio è.
Occorre – concludono gli ordini degli ingegneri della Liguria - la massima salvaguardia per i centri storici e le aree tutelate o tutelabili da strumenti che il piano casa non può derogare. Altrove, però, che sia libera e incentivata l'espressione dell'Architettura e dell'Ingegneria di qualità. D'altronde, è meglio avere un edificio pericoloso che cade a pezzi o consentire di demolirlo e ricostruirlo un po’ più grande e in regola con gli standard più avanzati? E' meglio mantenere in vita un edificio energivoro o consentire di ampliarlo e renderlo ad energia quasi zero?”.